Tradizioni radicate e vuoti legislativi rendono questa usanza alimentare non ancora del tutto debellata
E’ difficile oggi per noi accettare l’idea di avere nel piatto della carne di cane. Un’ immagine che ci inorridisce e che consideriamo inaccettabile. Eppure, un tempo anche in Occidente era uso comune cibarsi del proprio del cosiddetto “migliore amico dell’uomo” com’è anche reale il fatto che tutt’oggi ci sono abitudini alimentari che fanno storcere il naso ai più.
In un mondo in cui l’identità culturale si intreccia profondamente con ciò che si porta a tavola, alcuni tabù rimangono forti e immutabili, mentre altri iniziano lentamente a sgretolarsi. Il consumo di carne di cane è uno di quei temi che continua a sollevare dibattiti accesi tra chi lo considera un retaggio culturale da superare e chi invece lo difende come parte della propria tradizione.
Il legame affettivo tra uomo e cane ha reso questa pratica motivo di scandalo e indignazione, alimentando campagne internazionali per l’abolizione del consumo di carne canina. Ma al di là delle emozioni, esistono ancora realtà nel mondo in cui questa abitudine è non solo tollerata, ma legalmente accettata.
Cosa dice la legge
Una recente notizia, che possiamo considerare positiva, ha riacceso i fari sull’argomento: la Corea del Sud infatti ha deciso di vietare gradualmente il consumo di carne di cane. Allo stesso tempo però mette in risalto i Paesi dove questa pratica è ancora consentita.
In Asia, dove la tradizione di consumare carne di cane affonda le radici nei secoli, il cambiamento è in corso ma tutt’altro che uniforme. In Vietnam, per esempio, la carne canina è venduta apertamente in mercati e ristoranti, considerata da molti un cibo fortificante e pregiato. Lo stesso avviene in alcune regioni dell’Indonesia, dove il consumo è legato a cerimonie religiose e a festività locali. Anche in Cina, sebbene il governo abbia recentemente riclassificato i cani come “animali da compagnia” e ne abbia limitato l’uso alimentare in alcune città come Shenzhen, a livello nazionale non esiste ancora un divieto assoluto.
Un caso particolare è l’India, dove nel remoto stato del Nagaland il consumo di carne di cane è ancora presente, nonostante i tentativi del governo centrale di bloccare la macellazione e il commercio. In Africa, invece, la pratica è più diffusa di quanto si pensi: Paesi come Nigeria, Ruanda e Namibia non prevedono alcun divieto, rendendo legale la macellazione e il consumo, spesso legati a consuetudini locali e contesti rurali.
Ma il vero stupore arriva quando ci spostiamo in Occidente: in Europa le legislazioni sono spesso più restrittive ma non sempre nella direzione che ci si aspetterebbe. In Austria, Germania, Francia e Regno Unito, la vendita e la macellazione di cani a fini alimentari sono proibite, ma il consumo personale non è necessariamente punito dalla legge. Un vuoto normativo che, sebbene raramente sfruttato, mantiene la pratica tecnicamente legale.
Anche in Canada, una delle democrazie più avanzate del mondo, non esiste alcuna legge federale che vieti esplicitamente il consumo di carne di cane, purché l’animale non sia stato ucciso in maniera crudele. La Russia, allo stesso modo, non ha leggi specifiche in merito, lasciando spazio a interpretazioni regionali.