Speranza “uomo batterà il Covid”/ “Tornerà la normalità ma quel giorno non è vicino”

- Davide Giancristofaro Alberti

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto in collegamento con Domenica In per parlare dell'arrivo del vaccino anti Covid e della fine dell'incubo

speranza domenica in 640x300 Ministro Speranza, Domenica In

Il Papa si vaccinerà presto? “Credo di sì, le parole del Papa sono molto forti e ci indicano la strada”. A suo dire non possono esserci disuguaglianze rispetto a coloro che usufruiranno del vaccino. Agli italiani va però ricordato che occorre fare molta attenzione: “Oggi è l’apertura di un percorso ma ci vorranno ancora mesi per poterci far dire che si può star tranquilli. Abbiamo bisogno che milioni di persone si vaccinino ma non si può parlare di giorni”, ha precisato il ministro Speranza. Almeno fino alla prossima primavera occorrerà rispettare le regole finora apprese, dal distanziamento dall’uso delle mascherine. “Sono regole fondamentali in cui ciascuno di noi può fare la differenza”, ha aggiunto.

“Siamo ancora dentro la battaglia e per alcuni mesi ci resteremo”, ha aggiunto il ministro Speranza. Una volta vaccinati tutti potremo tornare alla vita di prima? “Questo è il nostro obiettivo al quale lavorano tutti i governi del mondo. Ci vorrà tempo”, ha però aggiunto, “ma l’orizzonte è quello. Ci vorranno molti mesi ma torneremo alla normalità. L’uomo batterà questo virus”. “Torneremo alla normalità, torneremo ad abbracciarci, penso che quel giorno tornerà e sarà sempre più vicino ma quel giorno non è domani”, ha precisato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SPERANZA “VACCINO? GRANDE GIOIA”

In collegamento con Domenica In, il ministro Speranza pronto a commentare l’arrivo del vaccino. “Non era certo, quindi oggi è stato un giorno di grande soddisfazione e gioia”, ha esordito. “Nessuno ce la fa da solo”, ha aggiunto, “di fronte a una epidemia così c’è bisogno che ciascuno metta del suo e credo che l’Italia in questi mesi deve combattere insieme”. Oggi i problemi nel nostro Paese sono grandi ancora ma “finalmente vediamo la luce, è il primo passo non la fine di un incubo”. Il ministro ha invitato alla massima prudenza e cautela, “ma sono convinto che ne saremo fuori e l’uomo batterà questo virus”, ha aggiunto.

Tutto è partito dallo Spallanzani, con i due casi dei cinesi contagiati. “Tutto è iniziato lì alla fine di gennaio e mi piace ricordare che tre donne, dopo pochi giorni riuscirono a isolare il virus ed oggi una delle tre donne è stata vaccinata, è un cerchio che si chiude”, ha commentato. Lui farà il vaccino? “Sicuramente sì appena arriverà il mio turno. Abbiamo scelto di partire dalle persone più esposte”, ha spiegato. Il vaccino ha ricordato è volontario e gratuito per tutti, “sarà lo Stato a distribuirlo. E’ un bene pubblico fondamentale, diritto di tutti e non privilegio di pochi”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

SPERANZA E IL VACCINE-DAY

Il ministro della salute, Roberto Speranza, si dice fiducioso in vista del futuro prossimo, grazie all’arrivo del vaccino anti-covid. Scatta oggi in Italia, così come nel resto d’Europa, il vaccine-day, e anche se la strada è ancora lunga e irta, si tratta senza dubbio dell’inizio della fine: “E’ come se dopo una lunga notte – le parole di Speranza in una chiacchierata con il quotidiano Repubblica – potessimo finalmente rivedere l’alba. Il mattino però è ancora lontano”. Il ministro della salute ha ribadito il fatto che il vaccino non sarà obbligatorio: “tutta Europa ha scelto un’altra strada”, per poi aggiungere che “di fronte a chi ha dubbi o paure sul vaccino, le istituzioni debbano rispondere con trasparenza, portando le evidenze scientifiche. Senza insulti”. Ovviamente bisognerà resistere ancora diversi mesi prima di poter rialzare definitivamente la testa: “E’ una giornata che aspettavamo da tempo. Arriva la luce ma bisogna resistere ancora alcuni mesi. Non è finita ancora e serve sempre il rispetto delle regole”.

SPERANZA: “RITORNO A SCUOLA? DIPENDE DAI CONTAGI”

Il ministro della Salute, Speranza, ha parlato anche del ritorno a scuola, con gli istituti superiori che riapriranno il prossimo giovedì 7 gennaio: “Abbiamo tenuto aperto il primo ciclo anche in zona rossa, l’abbiamo tutelata il più possibile. C’è un accordo con le Regioni – ha aggiunto – per riaprire in presenza le superiori al 50%”. Ovviamente bisognerà tenere sotto controllo l’evolversi della curva epidemiologica da qui ai prossimi dieci giorni: “L’obiettivo è 50 casi ogni 100 mila abitanti. Adesso ne abbiamo 150”. E a partire dal 7 gennaio scadrà anche il Dpcm di Natale che ha suddiviso tutta l’Italia in zona rossa o arancione, di conseguenza, le regioni che rientreranno nei giusti parametri potranno tornare alla colorazione gialla, quella che permette una maggiore libertà di movimento: “Dal 7 gennaio si tornerà al sistema delle aree colorate, che ha dimostrato di funzionare. Ho fiducia negli italiani, a ogni passaggio hanno sempre dimostrato di capire”.





© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultime notizie di Sanità, salute e benessere

Ultime notizie