L'Italia deve aumentare l'investimento nelle spese militari, passando dal 2% attuale al 5%: vuol dire ben 100 miliardi di euro in più
I Paesi alleati della Nato devo impegnarsi ad investire nelle spese militari il 5% del PIL, così come stabilito nel vertice dell’Alleanza Atlantica di due giorni fa. L’obiettivo, come riferisce SkyTg24, deve essere raggiunto entro il 2035, di modo da uniformarsi a quanto stabilito nell’articolo 3 del famoso Trattato di Washington.
Come sottolineano i colleghi di Sky, il 5% può essere spalmato su più anni, e al momento l’Italia spende circa il 2 per cento del PIL in spese militari (45 miliardi di euro), ma dovrebbe arrivare a ben 145 miliardi, quindi 100 miliardi in più. Parliamo di incrementi che dovranno essere dell’ordine di circa 10 miliardi di euro ogni anno, e per Sky si tratta di un “impegno ingente”, tenendo conto che nel 2% di cui sopra, si fa riferimento anche a spese che non sono prettamente militari, leggasi quelle per le telecomunicazioni, la guardi di finanza, la guardia costiera e altro.
SPESE MILITARI ITALIA: IL COMMENTO DI MELONI E GIORGETTI
Come fare quindi per raggiungere il suddetto 5%? Bisognerà individuare nuove risorse e a riguardo il presidente del consiglio Giorgio Meloni ha riferito in parlamento che la questione andrà affrontata in sede Europa fra oggi e domani, quando si terrà il Consiglio. Anche perchè bisognerà rendere compatibili le regole del patto di stabilità, precisa lo stesso premier, con appunto l’incremento delle spese militari.
Il ministro dell’economia Giorgetti fa inoltre notare una certa disparità di trattamento fra i Paesi fuori procedura di infrazione e quelli in procedura, con i primi che possono avere disavanzi superiori al 3% del Pil a differenza invece dei secondi, di conseguenza è necessario “trovare una soluzione”. SkyTg24 ricorda che comunque quel tre per cento di Pil in più in spese militari in realtà è fasullo, visto che l’Italia dovrebbe arrivare “solo” al 3,5 per cento, visto che il restante 1.5 per cento sarebbe di infrastrutture.

SPESE MILITARI, COSA DEVE FARE L’ITALIA
Si tratta quindi di una spesa che verrebbe meno che raddoppiata, dagli attuali 45 miliardi a 78, equiparando comunque l’investimento in armi anche ad altri settori, quasi ad esempio come l’istruzione, per cui l’Italia spende ogni anno 88 miliardi di euro. Come anticipato sopra, nel calderone della voce spesi militari non rientrano solo armi, aerei, carri armati e proiettili, ma anche tecnologie per uso civile e militare, investimenti nella cyber sicurezza, ovviamente tutti i dipendenti del comparto difesa, ma anche ricerca e sviluppo, e anche alcune voci di spesa della Protezione Civile.
Fa comunque impressione pensare a quanto investano i Paesi mondiali negli armamenti visto che secondo gli ultimi dati aggiornati al 2024 dalla Sipri, si parla di ben 2.700 miliardi di dollari, una spesa tra l’altro cresciuta su base annua quasi del 10 per cento, e parliamo del surplus maggiore dai tempi della Guerra Fredda, chiaro indizio dei tempi che corrono, tutt’altro che di pace.
