Nei giorni scorsi dalla Bce è arrivato uno studio che consiglia di avere contanti in caso di emergenza

È parso poco più che un volantino propagandistico – transitato come tale sui media – lo “studio” della Bce sull’opportunità che le famiglie europee trattengano una riserva di liquidità “per alcuni giorni” in caso di un’emergenza che – di questi tempi – non sembra poter essere diversamente configurabile se non come un’invasione russa.



Christine Lagarde non ha torto a preoccuparsi dell’aggravamento – almeno apparente – della crisi geopolitica in Europa. Ma alimentare un allarmismo (alla fine politico, in forte sintonia con il presidente francese Emmanuel Macron) dovrebbe essere l’ultimo pensiero della presidente della Bce. Dalla quale ci si attenderebbe un proverbiale “ben altro” – tecnocratico – rispetto a consigli che non sono neppure di buon senso minimo, perché anzitutto obsoleti.



Gli europei che ancora possono ricordare invasioni e bombardamenti dell’ultima guerra mondiale – nella prima metà del secolo scorso – certamente conservano la memoria di banconote e “ori di famiglia” pronti per una frettolosa fuga notturna, protetti alla meglio dentro un cappotto o uno zaino. E spesso era tutto il risparmio, tutto il patrimonio finanziario di una famiglia: già trattenuto in casa, sotto l’altrettanto proverbiale materasso.

Ottant’anni dopo i risparmi delle famiglie europee – anche quelli trattenuti in forma liquida – sono per la massima parte custoditi presso banche, poste, assicurazioni, altri intermediari disparati. Sono bit digitali, mentre dall’inizio del millennio i Governi promuovono con misure sempre più coercitive l’abbandono del contante, anche per ragioni di lotta all’evasione fiscale e alla criminalità finanziaria cresciute di pari passo con la globalizzazione.



Image by moerschy from Pixabay

Ora il primo effetto del manualino improvvisato di mamma Lagarde è avvertire con toni da bar centinaia di milioni di possessori di euro che i pagamenti e la disponibilità dei loro risparmi non sono più garantiti su quelle piattaforme digitali. Un mantra ideologico e politico massicciamente imposto per decenni sembra diventare carta straccia nell’arco di una notte. Spacciato sul sito Bce come paper d’occasione.

È difficile che la Bce non si stia rendendo conto che sta sussurrando a centinaia di milioni di europei in venti Paesi di andare (correre?) agli sportelli e prelevare, si salvi chi può, di doman non c’è certezza. È la violazione del primo, assoluto divieto del manuale del banchiere centrale. E quale “buon padre di famiglia europeo” farebbe la fila, in un prevedibile clima di panico, per prelevare un paio di centinaia di euro al massimo? Per tenersi in tasca solo “l’argent de poche” – direbbe madame Lagarde – per il supermarket e la pizza di un fine settimana? Giusto il tempo di una rapida controffensiva nella prima battaglia della Terza guerra mondiale?

È vero che il sistema bancario è una delle vere infrastrutture strategiche dell’Ue e se andasse distrutto o danneggiato, la “disruption” del sistema-Europa sarebbe assicurata. Ma per “bombardarlo” o “invaderlo” non sarebbero necessari né carri armati, né jet, né droni e neppure gli yacht degli agenti segreti (ucraini) che hanno messo fuori uso i gasdotti Nord Stream. Sarebbero necessari interi reggimenti di hacker: che forse sono davvero già in azione (probabilmente da tempo e non necessariamente in Russia).

Contro questa minaccia la Bce è a sua volta in allerta? Non possiamo che augurarci che sia così e che stia già lavorando con il sistema bancario dei Paesi dell’Eurozona. Possibilmente in silenzio e senza trovate fantozziane e tafazziane (non c’è immediata traduzione francese) dell’ufficio stampa di Madame La Presidente.

Che forse ha già le valige pronte per tornare a Parigi: a far politica, come ha sempre fatto in vita sua, l’unico mestiere che sa fare. E invece ci è arrivata una vignetta in stile anni 40, “Taci, il nemico ti ascolta”.

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