Lo scontro acceso tra Governo italiano e Banca centrale europea mi fa sorridere. Ci sarebbe da ridere, se non stessero giocando con i nostri risparmi, sulla nostra pelle. Ma è tutta una pantomima, credetemi. Così come è una pantomima la storiella ricorrente e ormai abusata e non credibile della lotta al contante per sconfiggere l’evasione. Una barzelletta ormai sconfessata dalle ricorrenti cronache di evasioni milionarie (se non miliardarie) realizzate dai celebri holding tecnologiche e/o bancarie, o da gruppi riconducibili alla malavita organizzata. La tipicità di questi due soggetti peraltro lascia qualche perplessità sull’ipotesi che fra di loro non vi siano sostanziali differenze, nel comportamento truffaldino.
E quando si tratta di milioni di euro di evasione, qualcuno crede davvero che il problema siano i contanti? No, ovviamente; i contanti, nel malaffare, si usano per la corruzione, cioè per corrompere il tal funzionario pubblico (ma non solo) per ottenere qualche beneficio prima degli altri o qualche beneficio non dovuto.
Dopo tanti scandali degli ultimi decenni (ricordate la vicenda di Poggiolini, ex Firettore generale del ministero della Sanità, nella cui abitazione, al tempo di Mani Pulite, ritrovarono lingotti d’oro, sacchi di banconote e altri beni per diversi miliardi di lire?), proprio di recente c’è stata l’ennesima conferma a cosa servano i contanti: con l’arresto della vice presidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, le autorità di polizia del Belgio hanno proceduto alla perquisizione della sua abitazione dove hanno trovato 750 mila euro in contanti.
L’affascinante europarlamentare greca è accusata di corruzione: avrebbe ceduto alle richieste di funzionari del Qatar affinché esprimesse giudizi benevoli nei confronti di quel Paese, il cui nome è macchiato dallo sfruttamento di lavoratori indigenti, costretti a lavorare in condizioni di calura proibitive. E in effetti la Kaili ha affermato che il Qatar è un Paese “all’avanguardia nei diritti dei lavoratori”.
Lo scandalo sta intaccando pesantemente la sinistra in Italia perché vi sono diversi personaggi coinvolti: dal compagno della Kaili, Francesco Giorgi, al Parlamentare europeo Antonio Panzeri, di cui il Giorgi era assistente. Tutti coinvolti nel dare sostegno al Qatar. E tra l’altro proprio in questi giorni ho trovato online un documentario sulla corruzione della Fifa con particolare riferimento all’assegnazione degli ultimi due mondiali, quello in Russia e quello in Qatar. Un documentario impressionante. Ma non finisce qui, perché si è aperto un altro filone, riguardo pagamenti ricevuti dagli italiani dal capo dei servizi segreti del Marocco. Un brutto affare.
Le parlamentari europee sembra che ci caschino spesso in questo tipo di problemi. Vi ricordate di Stella Kyriakides? Forse no e allora ricapitolo brevemente. Il caso è stato sollevato dalla indagini di un giornalista, in seguito alle quali si è scoperto che, secondo una relazione della Corte dei conti di Cipro, il marito della commissaria europea per la Salute, Kyiriakos Kyriakidou, avrebbe ricevuto denaro sotto forma di un prestito erogato dalla Cyprus Cooperative Bank. Quattro milioni di euro che sarebbero stati accreditati dal nulla sul suo conto bancario. Uno stanziamento definito dalla Corte “molto problematico”, in virtù del fatto che il beneficiario era privo delle garanzie necessarie. La Kyriakides è stata la principale protagonista dei lucrosissimi contratti con i quali l’Ue ha acquistato oltre 4 miliardi di dosi di vaccini (praticamente 10 dosi per cittadino europeo) con condizioni capestro, il tutto pagato dai contribuenti europei.
Capito a cosa servono i contanti? Non all’evasione, ma alla corruzione. E un motivo per cui si usano i contanti e non i bonifici da conto in paradiso fiscale ad altro conto analogo c’è; come c’è il motivo per cui si usano gli euro e non i dollari. Il motivo è che si usano i contanti perché quelli sono veramente non tracciabili, sono suddivisibili e sono riutilizzabili per ulteriori episodi di corruzione. E il motivo per cui si usano gli euro e non i dollari è che il taglio massimo delle banconote per gli euro è di 500, mentre per i dollari è solo di 100. E una valigetta ventiquattrore potrebbe valere 5-6 milioni di euro.
Questo è il motivo principale per cui tutte le banche centrali hanno negli anni tolto dalla circolazione le banconote di grosso taglio. E tutte le polizie del mondo sanno che il traffico delle banconote da 500 euro è strettamente legato alle attività della malavita organizzata. Ma allora perché la Bce per tanti anni ha continuato a stamparle, fino al 2019? E perché ha stampato una massa enorme di queste banconote?
Pensate che di banconote da 500 ne hanno stampate tante che il valore di tale taglio è stato il maggiore di qualsiasi altro taglio, fino al 2012. E nell’anno in cui hanno smesso di stamparle, il 2019, quello da 500 era ancora il taglio di terzo maggior valore, dopo le banconote da 50 euro e dopo quelle da 100 euro. Ma c’era tanto bisogno, nell’economia reale, di banconote da 500 euro? C’era davvero una richiesta così forte nell’economia reale da giustificare tutta questa stampa di banconote di taglio così grande? E se c’era una richiesta così grande, perché dal 2019 hanno completamente smesso la stampa? Non poteva semplicemente stamparne quelle sufficienti per sostituire il progressivo deterioramento di quelle in circolazione? Eppure i grafici parlano chiaro, di banconote in genere c’è una sempre maggiore richiesta, sul mercato europeo.
Com’è evidente, non c’è crisi nel settore, il valore delle banconote in circolazione è in costante e continua crescita, per nulla interrotta dalla fine della produzione delle banconote da 500 euro del 2019.
Capite ora quanto è stata falsa la narrativa di tutti questi anni, sulla lotta al contante per contrastare l’evasione? E capite che ogni “lotta al contate” (che negli altri Paesi europei nessuno si sogna di fare) è di fatto una lotta contro la Bce?
Chi mi conosce e voi cari rarissimi lettori fedeli sapete bene che sono sempre stato un critico durissimo nei confronti della Bce, ma in questo caso mi tocca darle ragione e mi tocca dare dell’ignorante (nel senso che ignora) a quei politici italiani che si impegnano nella lotta al contante, come se quella fosse la soluzione al problema dell’evasione.
Ora ci troviamo in questa situazione paradossale. Il Governo Meloni vuole alzare la soglia del contante a 5mila euro. La Bce protesta, dicendo che la soglia adeguata è 10 mila euro. La Banca d’Italia si accoda nelle proteste, dicendo che la finanziaria è sbagliata. Ma si è mai visto in un Paese moderno il governatore della banca centrale criticare (o appoggiare) la finanziaria del Governo del proprio paese? Ovviamente la sinistra tenta di trarre giovamento da questo siparietto, criticando il Governo, come se fino a ieri non avesse appoggiato Draghi, sotto il cui Governo il limite del contante era stato portato a 1.000 euro. Insomma, Draghi, nel generale silenzio omertoso di tutte le forze politiche, aveva operato in contrasto alla Bce. In quel caso tutti zitti.
E sapete perché, in questo caso e solo in questo mi tocca dare ragione alla Bce? Perché ha ricordato una cosa banale quanto fondamentale per l’affermazione dei diritti di noi cittadini e per la difesa dell’economia reale. Ha ricordato che, secondo la legge, solo le banconote sono “moneta legale”, cioè la moneta necessaria per assolvere ai pagamenti e per saldare i debiti. Tutto il resto (bancomat, carte di credito o di debito, bonifici, ecc.) sono strumenti di pagamento privati, autorizzati ma privati, detti anche “moneta bancaria”. E in quanto “moneta privata”, potrebbe essere legittimamente rifiutata come strumento di pagamento. Questo dice la legge.
Ma, detto ciò, non posso finire l’articolo così, difendendo la Bce (ne va della mia reputazione!). E allora dò piena ragione alle critiche del ministro della Difesa Crosetto: “[Quelli della Bce] Si sono comportati in un certo modo con il Covid, e ora invece in un modo completamente diverso, come se avessimo una crescita economica, come se andasse tutto bene, come se non ci fosse la guerra”. E cos’ha combinato la Bce? Niente di nuovo, ha semplicemente seguito, col solito ritardo, la ricetta sbagliata della Fed, procedendo con un rialzo dei tassi per tentare di contrastare un’inflazione che però non dipende da un eccesso di moneta, dipende invece dal costo dell’energia, cioè da un fattore esterno e non monetario. In questo modo si danneggia l’economia, si soffoca il Pil e non si contrasta l’inflazione.
“La Bce non sta vedendo il quadro generale e sta solo seguendo la teoria economica”. Una teoria economica distante dalla realtà, che impedisce di vedere che “il panorama economico per l’Europa è peggiore ora che durante la pandemia”. Parole sacrosante. Ma ben svegliato! Perché non è una cosa di ieri o dell’altro ieri; la Bce opera così fin dalla prima crisi, quella del 2007. Apre i rubinetti per salvare le banche quando sono ormai al collasso; poi li chiude per soffocare l’economia reale, sempre salvaguardando gli interessi delle banche. Sono troppo critico? Chissà. Intanto Milano Finanza titola “Classifica dividendi 2023, le banche italiane più generose con gli azionisti, fino al 17,3%”. Quindi almeno non sono il solo a pensarla così.
Quello che ci vorrebbe è un vero reddito, di vera cittadinanza, cioè una distribuzione monetaria a ogni cittadino italiano; siccome il denaro non si mangia, questo si tradurrebbe in un forte incremento del Pil e in un beneficio per l’intero sistema-Paese.
Immagino già le obiezioni a un piano del genere: non si deve dare a tutti ma solo ai bisognosi. Non sono contrario a questa impostazione, ma io sto parlando di una cosa diversa: un vero Rdc (cosa diversa dalla buffonata oggi esistente e in via di estinzione) corrisponderebbe a un principio richiamato anche in Costituzione, e cioè che nessuno si deve trovare in condizioni di indigenza. E se fosse distribuito in base al reddito, non sarebbe “di cittadinanza” ma sarebbe un sussidio per i poveri. E sarebbe pagato da tutto gli altri. Invece un vero Rdc sarebbe per tutti, in quanto cittadini.
Ovviamente questa è solo la prima cosa, la seconda sarebbe un robusto innalzamento degli stipendi, che in parte sta già avvenendo. Ma deve essere qualcosa che anticipa l’inflazione, non la segue con percentuali sempre inferiori. In altre parole, l’emissione di moneta non può essere un giochetto nel quale a guadagnare sono sempre le banche, come oggi accade.
E cosa accade oggi? Al contrario di quello che dice qualcuno (“Senza la Bce i nostri titoli sarebbero in difficoltà, abbiamo il debito troppo alto…” ecc.), gli interventi della Bce non servono primariamente ad abbassare il costo degli interessi: quello è solo un effetto temporaneo secondario. Infatti, la Bce non acquista i titoli direttamente dallo Stato, ma li acquista nel mercato secondario. In altre parole, banche e fondi speculativi acquistano a man bassa titoli italiani perché poi possono rivenderli in sicurezza nel mercato secondario alla Bce, realizzando così un profitto certo e senza rischi. Un profitto certo che paghiamo noi contribuenti
Questo è l’assurdo meccanismo al quale occorre sottrarsi. Altrimenti dalla crisi economica non usciremo mai.
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