“Battuti i sovranisti”, “Il popolo sovrano è rimasto a casa”. Emilio Giannelli, vignettista del Corriere della Sera, ieri ha probabilmente toccato un vertice: ha strappato ai suoi lettori il consueto sorriso quotidiano mettendo in fumetto a due pensionati i due titoli principali dell’esito elettorale. Nudi e crudi: il secondo forse meno atteso e più rilevante del primo.
Sulla stessa prima pagina del Corriere, invece, il titolone è stato: “Le città premiano il centrosinistra”. Fra queste la headline ha puntato certamente i fari sulla Milano del Corriere, che ha rieletto sindaco Beppe Sala; ma anche – e forse soprattutto – sulla Siena che ha rimandato in Parlamento dopo sei anni di assenza il leader del Pd, Enrico Letta. E Siena è per l’appunto la città dove Giannelli è nato 85 anni fa – per la precisione nella Contrada del Drago – dove tuttora risiede e dove ha lavorato per una vita nel servizio legale per il Monte dei Paschi di Siena, essendo infine “provveditore generale” della Fondazione Mps.
Giannelli è, fra l’altro, nipote di Enrico Falaschi, avvocato come Giannelli, sindaco di Siena a fine ‘800 e quindi deputato del Regno nelle file dell’Unione liberale. Fu eletto alla tornata 1904, quando su 33 milioni di italiani avevano diritto al voto solo 2,5 milioni. L’affluenza media fu del 62,7% con una punta massima del 77,9% a Reggio Emilia. Nel collegio cittadino di Siena (63.651 residenti) i titolari del diritto di voto erano 5.011 e si recarono alle urne al primo turno in 3.192, per un’affluenza del 63,6 per cento. Questa fu però più alta (70,2%) al ballottaggio del 13 novembre 1904: nel quale Falaschi s’impose con 2.501 suffragi (71% dei votanti, 49,9% degli aventi diritto).
Fra domenica e ieri Letta è rientrato in Parlamento nel collegio Toscana 12 (194.713 iscritti): alle suppletive 2021 del voto 2018 (78,5% di affluenza, con Piercarlo Padoan eletto per il Pd con il 36,2%) si è espresso il 35,59% degli aventi diritto. Il leader Pd si è aggiudicato il 49,9% dei voti nell’urna, pari al 17,8% degli elettori attivi nominali.
Non sappiamo se e come si sia espresso l’elettore Giannelli. Né se – nell’astensione o nel segreto dell’urna – abbia voluto o meno infilare un dito nell’occhio al partito-egemone di Mps, che sta concludendo tristemente in questi giorni la sua storia iniziata dal 1472. Ma molti senesi l’hanno certamente fatto.
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