Spotify pronta ad aumentare il costo degli abbonamenti in Italia: la "stangata" arriverà a settembre e interesserà solo gli utenti Premium individuali
Dopo al recente pubblicazione dei dati finanziari dell’ultimo trimestre – come una mossa che, tuttavia, non sembra essere direttamente collegata a questi ultimi – la piattaforma di streaming musicale Spotify ha ufficialmente confermato che anche in Italia (ma non solo) nei prossimi mesi aumenterà il costo dell’abbonamento: una decisione, forse, necessaria per mantenere attivo il più importante servizio per ascoltare musica, podcast e quant’altro, ma che al contempo siamo certi causerà non pochi pruriti agli utenti.
Partendo dall’aspetto più importante di questo articolo, è bene dire fin da subito che per ora non si ancora notizie certe al 100% di quello che succederà agli abbonamenti Spotify nei prossimi mesi: secondo alcune mail consegnate in queste ore a parte degli utenti italiani – ma evidentemente non a tutti – il costo dell’abbonamento dovrebbe aumentare di 1 euro esatto a partire dal mese di fatturazione di settembre; ovviamente a seconda del giorno di pagamento del singolo utente.
In altre parole, dopo agosto che resterà invariato, i tantissimi utenti italiani che utilizzano Spotify Premium – se ne stimano complessivamente 13 milioni, tenendo però anche conto di quella grande maggioranza disposta a sorbirsi la pubblicità del piano Free – a settembre pagheranno 11,99 euro rispetto agli attuali 10,99: secondo le prime informazioni, per ora la modifica interesserà solo i piani individuali, con quelli Family (che già costano 17,99 euro) che per ora resteranno invariati.
Spotify, cosa c’è dietro all’aumento del costo degli abbonamenti: i dati finanziari dei primi sei mesi del 2025
Insomma, quella per gli utenti di Spotify sarà (per così dire) solamente una mezza stangata che costerà complessivamente appena 12 euro in più all’anno, ulteriormente attenuata dal fatto che in questi lunghi anni di attività nel nostro Bel paese i rincari sono stati decisamente pochi: l’ultimo, infatti, risale a più di due anni fa e anche in quel momento si parlò di un aumento di appena 1 euro che ci ha portati al costo attuale.
Secondo alcuni – ma l’azienda non ha rilasciato commenti ufficiali in tal senso, parlando solo della necessità di “continuare a rinnovare la nostra offerta” – il rincaro di Spotify potrebbe essere parzialmente legato ai deludenti risultati degli ultimi sei mesi: secondo le attese, infatti, l’azienda avrebbe dovuto incassare almeno 4,26 miliardi di ricavi, ma si è fermata (comunque in positivo) alla somma di 4,20 miliardi che ha deluso gli investitori.