Visto cosa succede ai prezzi dell’argento (e dell’oro), quando New York è chiusa per festività?
Vi serve un Gps per capire dove hanno la loro ubicazione gli short sellers?
Ora date un’occhiata a quest’altra immagine. Mentre Gamestop ha trasformato il Dax tedesco in una piattaforma di fake trading per conto terzi (sempre in ossequio alla chiusura da Memorial Day) e Nvidia sfondava quota 1.100 per azione grazie alla gara al ribasso con Huawei per i chip in Cina (ma se era incapace di tenere testa alla domanda, stando ai numeri della trimestrale, come fa a svendere semiconduttori di alta gamma?), ecco che in Giappone i guai cominciano a tornare a galla.
Perché con quel rendimento decennale, occorre stampare ancora di più per riuscire a garantire sostenibilità al debito monstre. Insomma, addio definitivo alla farsa del rialzo di marzo. Guarda caso, proprio ieri mattina la Boj ha annunciato acquisti di commercial paper per 300 miliardi di yen. Di fatto, solo 2 miliardi di dollari. Ma per una volta, il volume limitato deve far paura e non garantire sollievo prospettico. Significa che una simpatica banca di pescatori e agricoltori forse sta restando in vita giorno dopo giorno, a colpi di iniezioni di capitale da parte di Mamma Boj. E quando si era ricorsi a una medesima operatività, identica persino nel controvalore? Il 15 febbraio 2009. Non male come dèjà vu. Ma se anche Norinchukin Bank venisse ancora una volta salvata, il barattolo quanta strada ha di fronte a sé prima di sbattere contro il muro?
Probabilmente ancora un po’. Probabilmente a colpi di swap e magheggi, si riuscirà a guadagnare ancora spazio. Resta un fatto. La Cina sta comprando metalli preziosi fisici con aggressività che non può lasciare indifferenti. Un hedging contro la stupidità, di fatto. Ma anche un chiaro avvertimento: se vogliamo proseguire e venire a vedere il bluff di Lme e Comex, possiamo farlo. Cosa faranno per orchestrare un nuovo calo, dopo questo bounce back dell’argento che ha immediatamente scatenato sudori freddi negli apologeti della speculazione al ribasso? Altro aumento del 10% dei requisiti sui margini, tanto per giocare una carta che certamente può scoraggiare un piccolo fondo ma non players di quel livello? E per quanto la pantomima non si ritorcerà contro, mostrando a tutti la montante paura di un mondo che sa soltanto giocare con pezzi di carta presi in prestito per alimentare un calo?
Dall’altra parte non c’è Reddit o Robinhood, non ci sono piattaforme oscure. C’è la Cina. Nel frattempo, il Topix giapponese ci mostra come le stesse banche nipponiche abbiano raddoppiato il loro valore negli ultimi due anni. Tutto grazie alla stamperia in servizio permanente ed effettivo. Piaccia o meno, il mondo sta dividendosi in due. Ogni giorno di più. La Cina sta operando un colossale lavoro di deleverage e, conscia del rischio che questo comporta, da trimestri ormai sta diversificando. Scarica debito Usa col badile e compra commodities. Sia a livello strategico, sia a livello di deterrenza finanziaria. Dall’altra parte, l’America è obbligata a proseguire sulla strada del paraocchi. Non può sgonfiare il mercato in maniera controllata. Per il semplice fatto che la bolla equities opera da contraltare all’ascesa meteoritica di debito e deficit federali. Si compensano, si scambiano ossigeno vitale. Se uno satura, l’altro muore.
E il fatto che nemmeno più i focolai geopolitici riescano a destabilizzare gli equilibri macro in base a direzioni precise, deve far temere. E deve porre delle domande. Ad esempio, Jens Stoltenberg è solamente un paranoico guerrafondaio o un burattino che recita a soggetto una parte? Perché se nemmeno tre guerre più o meno dichiarate e guerreggiate (Ucraina, Gaza e Mar Rosso) sono in grado di generare un simbolico tavolo di trattativa globale, allora cosa può farlo? Solo un continuo e sempre meno controllabile innalzamento della posta? Non fingete di non accorgervi. Missili se ne sparano pochi, quantomeno in relazione al volume di minacce. Ma le distorsioni strategiche di mercato sono invece all’ordine del giorno. Siamo in pieno financial warfare. Stiamo combattendo una guerra di mercato che ancora non viene percepita come tale. Ma non ci vorrà ancora molto. L’inflazione è stata l’avanguardia. Ma ora il rischio è che entri in campo l’aviazione. Perché quando i fondi pensione sono il principale finanziatore di quel subprime del credito retail chiamato Buy Now, Pay Later, il mondo ha deciso quale sia la sua china.
Come pensate che gli esercenti possano garantirvi acquisti di beni in tre rate senza interessi? Ricaricando i costi delle merci. Pagate di più. Ma a rate. Ormai non è più Amazon a ribassare, ma il retail a ritoccare giocoforza. In compenso, la dinamica inflazionistica trova nuova linfa. Ed erode ulteriormente salari e potere d’acquisto. Ma garantisce un alibi alle Banche centrali. Ecco un modo per calciare il barattolo ancora un po’ più in là. E se arrivasse davvero una recessione che mandasse ulteriormente in rosso i bilanci di quelle finanziarie legate al credito rateizzato al consumo? I fondi pensione che investono prenderebbero un bagno. Pensate che siano i dirigenti delle banche o delle multinazionali a rimetterci i loro patrimoni a sei zeri? O qualche categoria di Gordon Gekko improvvisati?
Quanto sta accadendo in Giappone con la banca delle cooperative di pescatori e agricoltori costretta a trovare oltre 7 miliardi di dollari di nuovo capitale per tamponare le perdite sul portafoglio obbligazionario, dovrebbe farci riflettere. Invece, nulla. Dal Giappone giungono solo buone notizie legate ai rialzi del Nikkei. Tutto il resto rientra nell’occultabile del campionario per addetti ai lavori. Nulla che debba interessarci. Come il fatto che l’argento fisico stia esplodendo al rialzo. E che questo conti più del rally di oro e rame. Le scommesse ribassiste allo scoperto su quel metallo prezioso sono il segreto di Pulcinella delle grandi banche statunitensi. Volumi per miliardi. Scoperti su once che nessun caveau al mondo potrebbe tamponare. Ogni giorno, quando una Borsa apre le contrattazioni o i futures iniziano a negoziare, in realtà assistiamo alle prime schermaglie di una nuova battaglia.
La grande guerra di riequilibrio finanziario è in corso. Nessuno ne parla, nessuno ne ha paura. Per questo esistono i Jens Stoltenberg. Per alimentare timori ancestrali da serie di Netflix. E occultare la realtà.
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