Le possibili mosse di Giuseppe Conte e di M5s preoccupano non poco il Pd in vista delle elezioni regionali
Dopo un weekend di grande riflessione, mista a preoccupazione nel campo del centrosinistra, ora sembra tornare un po di calma apparente. L’avviso di garanzia a Matteo Ricci è stato un colpo duro per la tenuta del campo largo. Il ristretto cerchio di Elly Schlein sospetta che in realtà Giuseppe Conte fosse pronto a far saltare il banco nelle Marche, anche a rischio di sacrificare sull’altare di palazzo Chigi (che è la grande vera aspirazione dell’avvocato pugliese) le prossime elezioni regionali.
Alla fine, come era lecito aspettarsi, dopo le cinque ore di interrogatorio di Ricci in procura, Conte, pur con molti distinguo, ha preso la decisione più comoda e naturale, e cioè quella di non ritritare l’appoggio al candidato del centrosinistra nelle Marche. Il leader 5 Stelle ha precisato infatti che il sostegno a Ricci è legato allo stato attuale delle cose: “Se dovessero cambiare questi elementi, e ci fossero fatti sopravvenuti, ne trarremo le conseguenze, li valuteremo”.
Per garantire ulteriore trasparenza, Conte ha annunciato che verrà chiesto a Ricci l’impegno formale a un codice etico: “Chiederemo, anche per gli affidamenti diretti, una pubblicazione preventiva degli appalti sul sito della Regione, per garantire la massima trasparenza e un codice etico che possa prevenire conflitti di interessi. Anche per contrastare norme che sono state introdotte da questo Governo”.
Un appoggio a metà, si potrebbe obiettare, e comunque ponendo determinate condizioni. Anche perché Conte ha anche detto chiaro che un’alleanza organica col Pd è impossibile. Insomma, la sensazione che si ha è quella che Conte voglia lanciare chiari messaggi al Pd, che dovrebbe risolvere i tanti problemi giudiziari che si annidano al suo interno. E infatti non ha mancato di ribadire che a suo avviso, Giuseppe Sala, sindaco di Milano, “assolto” dal Pd, dovrebbe invece dimettersi.
D’altra parte, le voci che si erano rincorse nei giorni scorsi erano quelle che potevano far pensare a un clamoroso strappo del leader dei 5 Stelle sulle Marche, cosa che avrebbe scatenato un possibile effetto a catena su Campania e Toscana. Quella sibillina frase di quello che ormai dai più, viene considerato come il vero ideologo di Conte, Marco Travaglio, “le carte sono sul tavolo”, rappresentava un chiaro segnale di condanna verso il candidato del Pd.
Il direttore del Fatto, come in altre occasioni (basti pensare alla guerra col fondatore Beppe Grillo, attaccato duramente da Travaglio, oppure le critiche al riarmo europeo) sembrava aver dettato, ancora una volta, la linea dei 5 Stelle, bocciando, senza se e senza ma, la candidatura di Ricci. Evidentemente dopo un conciliabolo con i suoi fedelissimi e qualche telefonata con il Nazareno, si è deciso per ora di non rischiare un vero e proprio ribaltone.
Ma che Giuseppe Conte, che certo non si può considerare come un esempio fulgida di coerenza sia nei patti con gli alleati, sia su alcuni temi di politica interna ed estera, da tempo cerchi in maniera surrettizia di fare le scarpe a quella che considera come una rivale verso il suo sogno di tornare a palazzo Chigi (la Schlein) è ormai cosa evidente ai più. Conte non ha voluto in poche parole rischiare di mettere in pericolo l’accordo raggiunto sulla Campania, per la candidatura dell’ex Presidente della Camera Roberto Fico.

Un accordo che in realtà a sentire le dure parole, di venerdì scorso, di Vincenzo De Luca, proprio contro il candidato 5 Stelle in Campania, non sembra di per sé proprio granitico. Certo un deputato del Pd di vecchio corso, commentava come le giaculatorie via Facebook del Presidente della Campania sono da prendere sempre un po’ con le pinze: “De Luca ormai è diventato una sorta di macchietta di se stesso e quindi usa la sua diretta social come se fosse un tribuno del popolo. È molto teatrale, gli piace piacere e per questo non va mai tanto per il sottile.
Certo, in questo specifico caso, la sua reprimenda contro i cinque stelle e contro i vertici del partito in Campania, è chiaramente volta ad alzare la posta in gioco. Ma non mi preoccuperei eccessivamente, si troverà certamente un punto di caduta nella trattativa che ancora continua”.
E qui già si evidenzia una novità, mentre tutti pensavano che in Campania fosse già stato trovato un accordo, ora invece si capisce che in realtà le trattative sarebbero ancora in corso. Ed è ovvio che i fatti delle Marche non potranno che rafforzare, paradossalmente, la posizione di De Luca. Ed è anche per questo motivo che Conte ha fatto intendere di volersi comunque tenere le mani libere anche sul caso Marche, che per ora pare risolto, ma senza escludere, che in presenza di fatti nuovi, potrebbe presto deflagrare e mettere in discussione tutto nell’alleanza tra Pd e 5 Stelle per le prossime regionali.
Senza contare che, come detto, Giuseppe Conte sembra mettere la sua aspirazione di tornare a palazzo Chigi davanti a tutto, ma per fare ciò deve comunque in qualche modo liberarsi della Schlein e lo deve fare prima che quanti nel Pd (in numero sempre crescente), ritenendo l’attuale Segretaria non adeguata, riescano a trovare un degno sostituto per guidare il partito e la coalizione alternativa di governo al centrodestra.
Ecco allora che una sconfitta nelle Marche, e soprattutto una conseguente e ben più clamorosa sconfitta anche in Campania, potrebbero avere effetti devastanti per la leadership della Segretaria del Pd. Giuseppe Conte, allora, potrebbe essere tentato a giocare d’azzardo, facendo leva sulla evidente debolezza della leadership della Schlein e inserirsi nuovamente nella corsa per essere lui il candidato Premier di una nuova alleanza di centrosinistra.
Fantapolitica? Chissà, ma certamente Conte sta facendo ben poco per cercare di trovare una sintesi ai tanti punti che dividono M5s e Pd, mentre la Schlein finora ha cercato di mediare il più possibile, mostrandosi in certi casi, come dicono alcuni esponenti della base riformista del partito, troppo arrendevole verso lo scomodo alleato.
“A Conte piace rimestare nel torbido, chiede le carte, tiene l’alleanza in attesa della sua sentenza. Io penso che così sia difficile costruire l’alternativa”, sono state le parole durissime di Pina Picierno, sempre più distante dalla Segretaria, verso Conte. La Schlein, invece, preferisce abbozzare, sapendo bene che non può permettersi di perdere l’appoggio dei 5 Stelle nelle Marche. Ma la pazienza di molti all’interno del suo entourage verso il leader pentastellato pare stia finendo.
Il ragionamento che qualcuno fa è quello di sparigliare le carte, per vedere davvero se quello di Conte sia solo un bluff (come molti credono) oppure se davvero lui è pronto a giocarsi il tutto per tutto in un rischioso all in.
“Io credo che la Segretaria – dice un senatore fedelissimo della Schlein – debba far valere il suo ruolo di leader e affrontare a muso duro Conte, per vedere se davvero ha il coraggio di far saltare il banco, con tutte le conseguenze del caso. Non si può rischiare di fare la fine dell’Europa con i dazi di Trump, che dopo le minacce, ha portato a casa il risultato e la von der Leyen ha dovuto calare le braghe”.
Difficile davvero capire come andrà a finire la questione, forse si potrà avere qualche elemento in più leggendo i prossimi editoriali sul tema alleanza col Pd di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano.
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