Steven Tyler è stato accusato per la seconda volta di violenza sessuale: la vittima, all'epoca dei fatti 17enne, racconta di essere stata imprigionata in una cabina telefonica
Steven Tyler, il celebre cantante degli Aerosmith, è stato accusato per la seconda volta di violenza sessuale ai danni, nuovamente, di una ragazza minorenne. La presunta vittima, Jeanne Bellino, ora ha circa 65 anni, mentre la denuncia è riferita “all’incirca al 1975” quando lei ed un’amica conobbero il frontman della rockband, che all’epoca aveva 27 anni. Inoltre, la vittima denuncia due episodi distinti, avvenuti a distanza di poche ore uno dall’altro, per le strade della Sixth Avenue di New York e al Warwick Hotel.
Dalla denuncia recentemente presentata alla Corte Superiore di New York emerge che l’incontro tra Steven Tayler e la presunta vittima di violenza sessuale sarebbe avvenuto per caso, mentre quest’ultima si trovava nella città americana per la sua carriera da modella. “All’improvviso”, sostiene Bellino, “mi ha afferrata per la mano e mi ha costretta a entrare in una cabina telefonica“, dove sarebbe stata tenuta “prigioniera” dal cantante che le ha “infilato con la forza la lingua in gola, simulando un rapporto sessuale“. Poco dopo, all’hotel Warwick Steven Tyler avrebbe poi aggredito nuovamente Bellino, invitandola a salire in camera sua, ma ottenendo un rifiuto. La vittima dal momento delle presunte aggressione avrebbe provato “un disagio fisico ed emotivo permanente”, al punto che si fece ricoverare in ospedale.
L’altra accusa di violenza sessuale contro Steven Tyler
Sul caso della Bellino mosso contro Steven Tyler non è stato ancora avviato il processo e non è possibile definire, per ora, quale sarà la decisione della giuria. Tuttavia, il cantante degli Aerosmith era stato accusato lo scorso dicembre di violenza sessuale da un’altra donna, Julia Holcomb, 16enne nei momenti oggetto della denuncia. Il cantante avrebbe avviato con lei una relazione sentimentale nel 1973, persuadendola poi ad abortire l’anno successivo. Nonostante il tentativo dei difensori di Steven Tyler di archiviare la parte del processo inerente al racconto fatto dalla vittima nel suo libro di memorie, è stato giudicato colpevole
