Stupro a Garbatella, vittima: “Pensavo di morire”/ “Mi ha rotto lo sterno e poi…”

- Josephine Carinci

La vittima dello stupro nel quartiere della Garbatella, a Roma, racconta quei terribili istanti di venerdì sera quando la sua vita è cambiata per sempre

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Stupro a Garbatella: “È un mostro, mi ha presa per la gola”

A Repubblica, la donna che venerdì sera ha subito uno stupro nel quartiere della Garbatella, a Roma, si racconta con il terrore ancora vivo negli occhi e il cuore in mille pezzi. “Prendete subito quell’uomo, è un mostro, può far male ad altre donne”, dice subito. “Pensavo di morire, lui era lì solo per violentarmi, era brutale. Prima mi ha presa per la gola, poi mi ha fratturato lo sterno”, racconta la giovane, che porta i segni del dolore sul corpo e nella testa.

Erano circa le 23, la donna stava tornando in auto dopo essere stata in un locale con delle amiche: “Non era la prima volta che mi trovavo lì, reputo la Garbatella un quartiere tranquillo. Stavo recuperando la macchina a poca distanza da un locale dove ero stata con delle amiche. Loro mi aspettavano lì, dovevo ritornare a prenderle”. Proprio mentre saliva in auto, la donna è stata raggiunta dal violento: “Quell’uomo mi ha stordito in un modo brutale all’improvviso. Mi ha presa per la gola, fino a quando ho pensato che stavo per morire. Mi ha schiacciata contro il freno a mano, in quel momento mi ha fratturato lo sterno. A un certo punto non ho avuto la forza di reagire. E anche se provavo a divincolarmi, mi sono resa conto che mi aveva incastrato. Qualsiasi cosa avessi provato a fare mi avrebbe massacrata. Una violenza spropositata, senza motivo. Lui poteva prendersi la macchina, la mia borsa, il telefonino, tutto. Invece voleva solo farmi del male, violentarmi. Era questo il suo obiettivo. Poi si è preso anche i soldi”.

Stupro a Garbatella, la giovane: “È uno della zona, conosce le strade”

La donna vittima dello stupro nel quartiere della Garbatella, a Roma, ha provato a difendersi inizialmente, “Ma adesso penso che forse se mi fossi difesa di meno lui mi avrebbe massacrata di meno. Mentre mi stringeva le mani al collo, pensavo di morire. Allora l’ho guardato e gli ho ripetuto più volte: “Perché?”. In quel momento mi ha rotto lo sterno. Non so dire se era drogato o aveva bevuto”. Inizialmente le indagini si sono concentrate sui senzatetto della zona, ma per la vittima non è così: “Non è un senzatetto, quelle persone sono vittime come me della società, non sono loro il problema. Per me è uno della zona, conosce le strade e sa come muoversi. Non è capitato lì per caso, lui vive lì. Era una persona curata, dalla carnagione scura, forse un africano. Ma non posso essere più precisa, i miei ricordi sono ancora confusi. Lui era molto organizzato. Era tutto preparato e premeditato. Nella modalità è stato molto preciso, freddo”.

La vittima è stata lei, ma poteva essere qualsiasi altra donna e di questo la giovane ne è certa: “Lui cercava rogne in giro quella sera. E, secondo me, mi ha avvistata. Ma poteva essere qualsiasi altra donna la vittima. Invece è successo a me e adesso sento di dover tutelare la mia famiglia. Tra i miei parenti c’è chi non sa cosa mi è accaduto”. Per lei, tante donne sono scese in strada alla Garbatella per manifestare: “Ho visto che c’è tanta attenzione attorno a quello che mi è successo. Chiedo di essere lasciata sola a riprendermi da quanto ha sconvolto la mia vita. Mi ha fatto piacere percepire dal mio letto d’ospedale tutta la solidarietà. Sono stati giorni difficili, adesso mi sto riprendendo un po’”.







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