SUGAR TAX/ Assobibe: zuccheri già diminuiti senza bisogno di una tassa, cancelliamola

- Manuela Falchero

L'inasprimento fiscale, che entrerà in vigore a luglio, mette a rischio oltre 5 mila posti di lavoro. Assobibe chiede un confronto istituzionale per un intervento definitivo

NoSugarTax Manifestazione Ansa1280 640x300 Una manifestazione contro la Sugar Tax (Ansa)

Il 2024 si prospetta un anno parecchio complicato per il settore delle bevande. La Manovra 2024, appena approvata dal Parlamento, procrastina l’introduzione della cosiddetta Sugar Tax di un solo semestre. A partire da luglio, quindi ,la tassa sulle bevande analcoliche edulcorate diverrà operativa, creando non pochi problemi al comparto del beverage, come rileva l’associazione di settore, Assobibe.

“Il rinvio previsto nella Manovra 2024 – afferma il Presidente, Giangiacomo Pierini – dà una boccata di ossigeno alle imprese della filiera, ma posticipa solo di pochi mesi gli effetti insostenibili di una nuova imposta che aumenta del 28% la fiscalità su un litro di bevanda analcolica”. E che è peraltro destinata a colpire un mercato già segnato da non poche difficoltà. “Dopo un anno all’insegna dell’inflazione elevata e un’estate caratterizzata da volumi di vendite decisamente sotto le aspettative – ricorda Pierini -, il beverage si appresta a chiudere in negativo il 2023 con una contrazione in volume stimata in -5,4% rispetto al 2022”. E in questo scenario, “la tassa che colpisce le bibite analcoliche, anche quelle prive di zucchero – nota Pierini – rischia di produrre un’ulteriore flessione delle vendite del -15,6% nei due anni successivi all’entrata in vigore, una riduzione degli acquisti di materie prime pari a 400 milioni di euro e 275 milioni di minori entrate Iva per lo Stato, come segnalato da Nomisma”. Senza contare l’aspetto occupazionale: “A rischio ci sono oltre 5 mila posti di lavoro”, rincara Pierini. E non solo. Secondo Assobibe, infatti, per arrivare preparati all’appuntamento con la Sugar Tax, i produttori dovranno iniziare a lavorare a un adeguamento di prezzi e procedure già dalla primavera. E questo significa congelare ancora una volta la programmazione e tagliare gli investimenti in misura significativa, tanto che proprio su quest’ultimo fronte secondo Nomisma mancheranno all’appello ben 46 milioni di euro. Il tutto – sottolinea ancora Assobibe -, penalizzando un settore che negli anni ha ridotto lo zucchero immesso a consumo del 41%, senza bisogno di alcuna tassa.

Da qui dunque l’appello. “Siamo consapevoli – afferma Pierini – che cancellare una tassa per la quale c’è già un decreto attuativo è operazione complessa. Ciò nonostante, chiediamo con forza un urgente intervento definitivo già nei primi mesi del 2024, così da permettere alle imprese una programmazione adeguata di un anno che sarà incerto e difficile”. Del resto, l’ulteriore rinvio a luglio 2024 della entrata in vigore della norma è già di per sé “un segnale della consapevolezza del Governo degli effetti dannosi di questa tassa, priva di risultati diretti sulla salute, come dimostrano le esperienze dei Paesi dove è stata introdotta, salvo poi cancellarla” conclude Pierini.

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