Con l’inizio delle votazioni in commissione alla Camera, nascono nuove regole in materia di Superbonus e cessione dei crediti. Secondo il governo, le regole dovrebbero essere quelle definitive. L’obiettivo è quello di risolvere in via permanente la questione del Superbonus, arrivando a regole certe. Manca ancora l’intesa sulle modalità su cui potrà essere ampliata la capacità delle banche di assorbire i crediti ancora fermi: la proposta formulata dagli stessi istituti di credito non è sicuro che passi: si parla di poter utilizzare gli F24 con cui i propri clienti effettuano versamenti fiscali. Così facendo si potrebbe supplire alla mancata capienza del sistema bancario, ossia al fatto che non avrebbe abbastanza imposte su cui compensare i crediti.
L’idea è quella di permettere il canale aggiuntivo con una serie di paletti, come spiega Il Messaggero. L’opportunità riguarderebbe solo i nuovi crediti e dunque l’utilizzo degli F24 sarebbe possibile solo per un periodo limitato. A questo meccanismo si affiancherebbe il meccanismo per le banche di ottenere Btp a dieci anni a fronte di crediti non compensati. I titoli di Stato sono accettabili per il governo, non avendo un effetto diretto sul deficit di bilancio.
Le modifiche al Superbonus
Un’altra questione sulla quale dovrebbe decidere il governo in merito al Superbonus dovrebbe essere il capitolo crediti: si punta a migliorare la gestione di quelli già esistenti. Verrebbe rafforzato il cosiddetto “scudo” per chi li acquista dalle banche. Si vuole evitare che questi soggetti siano scoraggiati dal rischio di dover rispondere di precedenti violazioni. La regola attuale tutela chi ha acquisito i crediti potendone dimostrare la provenienza. Con la nuova norma, la protezione viene estesa a chi compra da una banca, a condizione che il cedente abbia rilasciato una specifica attestazione.
Verrà confermata inoltre la remissione in bonus. Il 31 marzo scade il termine per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’opzione di cessione o sconto in fattura relativa alle spese edilizie del 2022. Il termine viene però prorogato al 30 novembre dietro il pagamento di una sanzione di 250 euro. Non è chiaro se riguarderà i titolari di crediti o anche le imprese che hanno accettato di praticare lo sconto in fattura. Un’altra novità degli emendamenti è l’estensione temporale del meccanismo “spalma-crediti” ovvero la possibilità sulla banche e imprese di fruire in dieci anni – e non in quattro – dei crediti stessi. Questa possibilità riguardava gli importi comunicati all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022. La scadenza, spostata in avanti al 31 marzo di quest’anno, riguarda non solo i crediti generati dal superbonus ma anche quelli delle ristrutturazioni edilizie.