Susanna Camusso/ “Lavoro delle donne? Spesso considerato invisibile” (Le ragazze)

- Emanuele Ambrosio

Susanna Camusso, l'ex segretaria della CGIL, protagonista de "Le Ragazze" su Rai3 dopo il lockdown rivela: "manca l'idea di futuro"

Susanna Camusso

Susanna Camusso  protagonista della nuova puntata de “Le Ragazze“, il programma condotto da Gloria Guida e trasmesso martedì 23 giugno 2020 su Rai3. L’ex segretaria della CGIL è tra le firmatarie dell’appello “Dateci voce” inviato a Giuseppe Conte affinché la voce della donne sia ascoltata ancora di più dopo questo momento storico così terribile e difficile per tutti. Intervistata da La Nazione, la Camusso ha dichiarato: “bisogna fare di più. Anche in modo un po’ aggressivo, è ora di alzare la voce, di dire quello che non funziona e quali cose si dovrebbero fare. Che le donne siano state escluse dalle task force e dalle sedi decisionali è sotto gli occhi di tutti”. Parole forti e chiare quella della Camusso che non si tira indietro nel sottolineare “la voce ce l’abbiamo, è ora che ci ascoltiate” parlando proprio della donne. L’invito della ex segretaria della CGIL è rivolto a tutte le donne, in particolare quelle che lavorano in ambito politico: “c’è un parlamento, ci sono altri organi collegiali, lo stesso governo è collegiale. Bisogna dunque imparare a dire no e a dirlo in partenza. Altrimenti le fasi 2 o 3 diventeranno ancora di più fasi di separazione e diseguaglianza”.

Susanna Camusso, ex CGIL: “la crisi non è automaticamente un’opportunità”

Susanna Camusso si è poi soffermata a parlare anche della crisi economica che ha investito il nostro paese dopo il lockdown di circa due mesi. “La crisi non è automaticamente un’opportunità” – ha precisato la ex segretaria CGIL – anche nel 2008 abbiamo detto che la crisi avrebbe potuto essere un’opportunità, ma non è stato così. Ne siamo usciti peggio di prima. Dopo una crisi possiamo migliorare solo se si fa una riflessione su quello che non va, intervenendo per cambiare”. La sindacalista italiana ha poi parlato del lavoro delle donne sempre presente anche durante il lockdown: “gran parte delle funzioni essenziali sono state portate avanti dal lavoro delle donne, un lavoro normalmente considerato invisibile, non valorizzato, mal retribuito, spesso precario, in appalto o subappalto”. La Camusso parlando sempre di donne ha puntualizzato: “si è parlato di ‘eroi’, ma abbiamo fatto finta di non vedere che quelle che hanno isolato il virus, ad esempio, erano lavoratrici precarie.

Poi è iniziata la discussione sulla fase 2 e le donne sono scomparse, cancellate”. Anche sullo smart working la ex segretaria CGIL ha le idee chiare: “è indubbio che siano strumenti innovativi e da utilizzare, ma c’è anche chi non ha i mezzi e non è connesso alla rete e ciò può aprire ad ulteriori disuguaglianze, il cui prezzo viene pagato prevalentemente dalle donne, che sono quelle che tengono insieme le famiglie. La pandemia non è una parentesi: è un segnale delle storture della nostra società e delle disuguaglianze”. Infine parlando di come sarà il mondo dopo questo terribile virus ha detto: “manca l’idea di futuro, almeno un terzo della popolazione scolastica non partecipa alle lezioni online. Come faranno le lavoratrici con mesi e mesi di interruzione scolastica?”





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