In Svizzera i collettivi pro-Pal dovranno pagare 80mila franchi per i costi per la sicurezza durante la manifestazione non autorizzata dell'1 novembre
È un caso destinato a rimanere per parecchio tempo al centro del dibattito – politico, sociale e mediatico – in Svizzera quello recentemente reso noto dall’attivista Gaël Ribordy che fa parte del collettivo pro-Pal Valais Palestine, lo scorso primo novembre sceso in piazza nel comune di Sion (nel cantone Vallese) in una delle ormai note manifestazioni a favore dei palestinesi: la protesta, però, non era stata autorizzata dal comune di Sion e ora per gli attivisti pro-Pal in Svizzera è stato emessa una salatissima fattura per i costi sostenuti dalle autorità.
Procedendo per ordine, è bene ricordare che la manifestazione al centro del caso in Svizzera risale allo scorso 1 novembre, quando i collettivi pro-Pal avevano deciso – pur presentando il dovuto ricorso legale in tribunale – di aggirare il doppio divieto di manifestare spiccato dal comune di Sion: in piazza erano scese circa 300 persone (più di mille secondo i collettivi degli attivisti, senza conferme da parte delle autorità) che per circa 4 ore avevano bloccato la città.
A differenza delle manifestazioni italiane, complessivamente la situazione in Svizzera era rimasta relativamente tranquilla, salvo per due episodi più gravi attorno alle 14:00 e alle 17:00 quando i manifestanti avevano sfondato i cordoni delle autorità; mentre attorno alle 18:00, dopo l’ultimo richiamo da parte delle autorità, i manifestanti erano stati dispersi e si sono registrati solamente una manciata di fermi e qualche segnalazione da parte degli agenti in divisa.
In Svizzera fattura salatissima per i collettivi pro-Pal: dovranno pagare 80mila franchi per la manifestazione non autorizzata di novembre
Insomma, pur con qualche tensione la manifestazione pro-Pal in Svizzera è stata dispersa piuttosto rapidamente e a distanza di qualche settimana le autorità di Sion hanno inviato la fattura ai collettivi di attivisti: questi, infatti, dovranno pagare un totale di 80mila franchi (quasi 86mila euro), legati ai 250 franchi all’ora – appunto, per quattro ore – per gli 80 agenti impiegati durante la manifestazione; tutto per via del carattere non autorizzato di quest’ultima.
A rendere possibile lo scarico dei costi sui manifestanti c’è, infatti, la stessa legge della Svizzera che punisce i casi in cui vi siano manifestazioni non autorizzate; ma nonostante questo aspetto, i collettivi pro-Pal – e soprattutto il già citato Gaël Ribordy – hanno già annunciato l’intenzione di fare ricorso: a loro avviso, infatti, si tratterebbe di una decisione “politicamente discutibile” e che mira a ottenere un “chiaro (..) effetto deterrente”; ricordando che – in ogni caso – durante la manifestazione in Svizzera non vi sono stati feriti e le tensioni con gli agenti sono durante pochi minuti.