Nei giorni scorsi c'è stata un'insolita telefonata tra i capi di stato maggiore di USA e Russia: di cosa hanno discusso i generali Brown e Gerasimov
Nella giornata di ieri il New York Times ha lanciato l’indiscrezione di un (certamente insolita) telefonata che ci sarebbe stata la settimana scorsa tra i Capi di Stato maggiore di USA e Russia – rispettivamente i generali Charles Q. Brown Jr e Valery V. Gerasimov – immediatamente successiva all’attacco in Ucraina che lo stesso Putin collegò in un discorso pubblico al via libera all’uso di armi americane e britanniche sul suolo russo: inizialmente non era chiaro quali fossero i contenuti della telefonata tra USA e Russia, ma molti osservatori l’avevano ricollegata ad un possibile escalation del conflitto o – quanto meno – al tentativo di evitarla dopo le pesanti minacce rivolte da Putin all’occidente.
Facendo un passo indietro, l’attacco all’Ucraina da parte della Russi a cui ci riferivamo poco fa risale al 21 novembre e aveva visto per la prima volta l’uso del missile balistico Oreshnik in grado di trasportare (fortunatamente non in quell’occasione) facilmente piccole testate nucleari per colpire obiettivi precisi: una vera e propria minaccia per l’Occidente e per Kiev, soprattutto unitamente alla dichiarazione di Putin in cui aveva detto che “il conflitto regionale in Ucraina (..) ha acquisito elementi di carattere globale“, sottolineando di aver intensificato lo sviluppo “di missili a raggio intermedio e corto come risposta ai piani degli Stati Uniti”.
Cos c’è dietro la telefonata USA-Russia: dalle tensioni in Ucraina al rischio incidenti nel Mediterraneo
In questo delicato contesto, è stato facile collegare la telefonata tra USA e Russia al peggioramento del quadro ucraino, specialmente perché un portavoce americano aveva detto al New York Times che l’oggetto dello scambio telefonico erano “una serie di questioni di sicurezza globale e regionale tra cui il conflitto in corso in Ucraina“, sottolineando che era stato lo stesso generale Brown a chiedere che la telefonata rimasse segreta; ma parrebbe che il russo abbia messo in chiaro con l’americano che il lancio del missile Oreshink era già stato programmato da diverse settimane prima del cambio di strategia americano e britannico.
Nel frattempo, dopo l’indiscrezione da parte del quotidiano americano, in una nota diramata poche ore fa, il Ministero della Difesa della Russia ha confermato la telefonata, ricollegandola tuttavia ad un aspetto differente rispetto alla presunta escalation in Ucraina: Gerasimov – infatti – secondo il ministero voleva rendere noto all’omologo americano che il 3 dicembre Mosca avrebbe svolto una serie di manovre navali e missilistiche nel Mediterraneo, luogo in cui stazionano “navi americane e della Nato”; mirando – insomma – a “prevenire possibili incidenti“.