Il lavoro del Centro Plinius sulla vulnerabilità degli edifici dopo le scosse di terremoto Campi Flegrei: ecco cosa è emerso

Sembrano essersi decisamente calmate le scosse di terremoto Campi Flegrei. Dopo una settimana a dir poco di fuoco, già negli scorsi giorni solamente pochi eventi sismici hanno interessato la zona al momento più attenzionata d’Italia se non al mondo per quanto riguarda gli eventi sismici, e anche nelle ultime ore non è stato segnalato nulla di eclatante, se non una scossa di terremoto di magnitudo 1.1 gradi sulla scala Richter alle ore 00 e 58 minuti di due notti fa.



I cittadini della zona, così come da segnalazioni su Facebook, già temevano di passare una nuova nottata in bianco ma fortunatamente il sisma è rimasto un caso isolato e allo stesso non sono seguite altre scosse. In ogni caso i residenti sono preoccupati, visto che ad ogni tremore gli edifici traballino, e più passa il tempo e i movimenti tellurici aumentano, e più la popolazione teme che queste continue sollecitazioni pregiudichino anche gli edifici più stabili, portando ad un crollo.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, “12.700 EDIFICI CENSITI E…”

Secondo un lavoro del Centro Studi Plinius sarebbero ben 80mila persone che risiedono nella zona rossa, quella più a rischio per quanto riguarda le scosse di terreno Campi Flegrei, e lo stesso lavoro ha censito 12.700 strutture nella stessa area, di cui 3.700 non residenziali. Dei restanti 9.000 edifici, il 10 per cento è risultato ad alta vulnerabilità, di conseguenza potrebbe essere a rischio crollo, mentre il 35% necessità di ulteriori accertamenti.

Sul totale circa il 50% si colloca fra il rischio medio e alto, di conseguenza qualora si verificasse un sisma con una magnitudo di 5.0 gradi sulla scala Richter, evento mai verificato ai Campi Flegrei (visto che la scossa più importante resta quella di 4.4 gradi del 20 maggio 2024), a quel punto si potrebbero verificare dei danni significativi, così come precisato dal professor Zuccaro del centro Plinius.



TERREMOTO CAMPI FLEGREI, ZUCCARO: “NON E’ DETTO CHE…”

Di fatto è quello che ha spiegato qualche giorno fa il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, provocando non poche polemiche: “Con una scossa di terremoto 5.0 cadono i palazzi e contiamo i morti”, disse. Zuccaro precisa comunque che non è possibile stabilire con certezza quali saranno gli edifici che potrebbero crollare e neanche l’impatto sulla popolazione.

Grazie al lavoro di cui sopra è stato possibile individuare quali siano le zone di maggior attenzione, che sono anche quelle dove vi sono più edifici a rischio, e da cui bisogna partire con gli interventi finanziati dallo stato. Il professore del centro Plinius precisa inoltre che non è capitato di rado di vedere edifici considerati molto vulnerabili, resistere a terremoti resistenti, mentre altri hanno subito dei danni significativi. La speranza è che non si verifichi mai nessun evento importante, e nel contempo, che vengano fatti quanto prima questi interventi di messa in sicurezza.