Terremoto Campi Flegrei oggi, venerdì 15 agosto 2025, dopo sciame sismico di bassa magnitudine. Avviati nuovi studi sul bradisismo

TERREMOTO CAMPI FLEGREI DOPO SCIAME SISMICO

Mentre la Sala Sismica di Roma dell’Ingv monitora i terremoti a livello nazionale, prosegue l’attività di controllo dell’Osservatorio Vesuviano per i Campi Flegrei, dove l’ultimo evento sismico in quest’area è stato registrato oggi, 15 agosto 2025, alle ore 5:39.



Per quanto riguarda l’epicentro, è stato localizzato a latitudine 40.8047, longitudine 14.1227, con ipocentro a circa 2,9 chilometri. In merito all’intensità del sisma, la magnitudo locale stimata è di magnitudo Md 0.1, un dato molto basso che indica un sisma di intensità trascurabile.

La sede dell’INGV a Napoli, Italia, il 13 marzo 2025 (Foto ANSA / CESARE ABBATE)

Discorso diverso rispetto a ieri, in quanto si sono verificati diversi terremoti, in rapida successione, anche in questo caso di bassa magnitudo, ma un sisma è stato avvertito distintamente dalla popolazione, essendo stato di magnitudo 1.5. Successivamente lo sciame sismico è stato caratterizzato da sommovimenti più contenuti, comunque superficiali, con ipocentro a 3 chilometri.



NUOVO STUDIO SU TERREMOTO CAMPI FLEGREI

Oltre all’attività di monitoraggio, prosegue lo studio dell’area dei Campi Flegrei, caratterizzati dal bradisismo nell’ultimo decennio. Oltre a una serie di terremoti, c’è stato un incremento del sollevamento del suolo, dovuto alla pressione dei fluidi magmatici e idrotermali in profondità.

L’attività sismica è stata analizzata anche da un team internazionale di scienziati – da quelli dell’Ingv all’Università di Pisa e del GFZ di Potsdam – attraverso tecniche avanzate per esaminare la forma delle onde sismiche e analizzare la sorgente dei movimenti, ottenendo una ricostruzione precisa della geometria delle fratture e delle strutture sismogenetiche che si sono attivate.



Si tratta di uno studio importante, in quanto monitora l’evoluzione del vulcano e consente di capire ulteriormente i meccanismi che collegano la deformazione del suolo, la sismicità e il degassamento, ma gli scienziati hanno chiarito che servono ancora molte ricerche per studiare i processi fisici e migliorare la capacità di previsione dei rischi.