Ci sono anche due italiani tra i 100 comunicatori più influenti al mondo scelti da PRovoke Media, media company di analisi, insight e news sui trend più importanti del mondo della comunicazione d’impresa. Il ranking di quest’anno, “The Influence 100“, include Lorenza Pigozzi, Strategic Communication Director – Executive Vice President di Fincantieri Group, e Claudio Monteverde, Global Director of Corporate & Internal Communications di Gucci. Per quest’ultimo si tratta della prima volta, mentre per Pigozzi è il quinto anno consecutivo che viene inclusa nella classifica.
Inoltre, Fincantieri e Gucci sono gli unici corporate brand italiani presenti in questa graduatoria che rappresenta la mappatura più completa dei direttori della comunicazione e marketing più influenti, con il maggior peso in termini di reputazione, anche perché, in molti casi, a diretto riporto di alcuni dei CEO più autorevoli del mondo. Dal report emerge un dato importante che riguarda le donne: sono più numerose rispetto agli uomini per il quarto anno consecutivo, 61 contro 39. La presenza femminile è in continuo aumento nel tempo, infatti dalle 47 del 2019 si è arrivati a 57 del 2022.
THE INFLUENCE 100: GEOGRAFIA E SETTORI
La classifica “The Influence 100” fa un’analisi anche a livello geografico: il 50% dei migliori direttori comunicazione lavora negli Stati Uniti, a seguire Europa (22%), Asia (13%), Medioriente e Africa (10%) e America Latina (3%). In un’epoca sempre più tecnologica e digitale, non deve sorprendere che il settore più rappresentato è proprio quello della tecnologia, quindi anche telecomunicazioni ed elettronica (19%), a seguire finanza e i servizi (14%), beni di largo consumo (14%), food e drink (10%) e healthcare (9%). Per quanto riguarda background ed esperienze professionali, il 98% delle persone in lista ha almeno una laurea, con il 27% che ne possiede anche una specialistica. La percentuale dei non laureati (2% contro il 3% nel 2022) invece è stabile. Passiamo al percorso formativo: i corsi da cui provengono i 100 sono soprattutto comunicazione, scienze politiche, letteratura inglese, giurisprudenza e marketing.
Mediamente i 100 comunicatori in classifica lavorano nella loro attuale azienda da 8,1 anni, ma ci sono alcune personalità che hanno superato addirittura i 30 anni di servizio nella stessa società. Questo è il caso del recordman Masayoshi Shirayanagi, in Toyota da 39 anni. A seguire Conny Braams, in Unilever da 32 anni, Jan Runau, in Adidas da 31 anni, Joseph Evangelisti, in JP Morgan Chase da 33 anni e Bea Perez, in Coca-Cola da 29 anni.
THE INFLUENCE 100: BUDGET E FOCUS SPESA
“The Influence 100” consente un’analisi anche a livello di budget gestiti dai comunicatori più influenti. Gli Influence 100 hanno speso per le attività di pubbliche relazioni 3,7 miliardi di dollari, in contrazione rispetto ai 4,8 miliardi di dollari del 2022. Se ci sofferiamo su budget di altissimo livello, il 17% ha avuto a disposizione risorse che superano i 100 milioni di dollari, mentre il 10% una cifra compresa tra i 75 e i 100 milioni. Al centro della spesa c’è la reputazione, infatti sarà la priorità nel 2024 per il 68%. Anche se rappresenta ancora uno dei temi più rilevanti per tutti i settori, la corporate and social responsibility/ESG perde tante posizioni. Se nel 2022 rappresentava un focus fondamentale per il 59% dei professionisti, ora invece è prioritario per il 32%.
A salire in maniera importante è l’interesse per il posizionamento e la thought leadership, che infatti è passata dal 28% al 59%, con un salto fino al secondo posto della classifica. Al terzo posto, invece, c’è l’engagement dei dipendenti e la gestione del cambiamento (53%), a seguire lo sviluppo di contenuti anche per il marketing (50%). Infine, riguardo la grandezza dei team, oltre un terzo dei professionisti (41%) gestisce team da oltre cento persone, mentre 74 degli Influence 100 riportano direttamente ai CEO delle rispettive aziende.
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