Natale tragico nelle Filippine centrali, dove il passaggio del tifone Phanfone ha causato almeno 16 vittime nei villaggi rurali e nelle aree soggette a turismo. I venti soffiavano a una velocità massima di 195 chilometri orari e le criticità determinate dalla loro intensità quasi non si contano: case ed edifici scoperchiati, pali della corrente elettrica fatti crollare al suolo come birilli. Non solo: il traffico ferroviario ha subìto un’immediata interruzione e anche gli aerei non hanno compiuto le operazioni di decollo dall’aeroporto di Kalibo, pesantemente danneggiato. Le morti si sono registrate nelle aree delle province di Leyte, Capiz e Iloilo (distante 463 chilometri dalla capitale, Manila), ma risultano ancora 6 persone disperse in quest’ultima, che, a detta delle autorità del luogo, è stata una delle località più flagellate dal tifone e dai rovesci intensi che l’hanno accompagnato. Sono inoltre 58mila (forse più) gli sfollati, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, e 24mila coloro che sono rimasti bloccati nei porti, successivamente alla sospensione della navigazione comandata dalla guardia costiera. Segnalati allagamenti e frane.
TIFONE NELLE FILIPPINE: A INIZIO DICEMBRE UN MORTO E INGENTI DANNI
Phanfone, purtroppo, non è che l’ultimo (rigorosamente in ordine cronologico) dei tifoni abbattutisi in periodi recenti sulle Filippine: sono in tutto 21, infatti, quelli transitati nel 2019. Già nel corso della notte compresa fra il 2 e il 3 dicembre il tifone Kammuri seminò panico e distruzione, uccidendo una persona e provocando danni considerevoli. Fortunatamente le autorità locali, in previsione delle forti piogge e dei venti fino a 215 chilometri orari avevano disposto l’evacuazione di almeno 100mila abitanti nei centri di sicurezza. Fra le città più colpite in quei giorni, sicuramente spicca Gubat, ma non solo: nella provincia di Albay, il tifone Kammuri mise in ginocchio l’aeroporto di Legazpi e causò eventi alluvionali presso i villaggi disseminati lungo la costa. Tornando all’attualità, il ciclone Phanfone dovrebbe abbandonare il Paese entro la giornata di sabato. Soltanto allora l’emergenza potrà dirsi realmente cessata e si potranno avere stime certe e definitive del dramma, comunque non paragonabile al tifone Haiyan, che nel novembre 2013 uccise più di 6300 residenti e costrinse oltre 4 milioni di persone a lasciare le proprie dimore.