TikTok è uno dei social network più diffusi al mondo. Lanciato in Cina nel 2016 come piattaforma di contenuti musicali, è stato poi trasformato nell’attuale format, che consente di creare e postare video di durata variabile, utilizzando tutta una serie di effetti visuali e sonori, integrando anche funzioni di internet marketing. Conta oltre un miliardo di utenti nel mondo, e una larga diffusione nella fascia dai 18 ai 24 anni, mentre un utente su quattro ha meno di venti anni.
In America è arrivato ad avere un pubblico fisso di quasi 170 milioni di persone, sollevando molte preoccupazioni per il fatto che i dati degli utenti risiedono su server cinesi che la società proprietaria del social network è obbligata a condividere con il governo cinese.
Ritenuto un possibile strumento di spionaggio data la capacità di raccogliere dati sensibili, è stato sottoposto negli Stati Uniti ad una serie di vincoli finché ieri la Corte Suprema lo ha vietato, rimandando al neo-presidente Donald Trump la decisione di cosa farne.
Va detto che non si tratta solo di bandire un social network, ma di limitare la libertà di espressione di molte decine di migliaia di utenti, parecchi dei quali ci campano sopra grazie alla monetizzazione dei loro contenuti.
Trump ha già detto che farà sapere, e molti già fanno il nome di Elon Musk come possibile acquirente (in effetti costituirebbe una interessante integrazione con X).
Ma la faccenda non è così semplice, non tutti nell’inner circle trumpiano sono d’accordo sul fatto che Musk diventi il monopolista assoluto dei social.
Secondo Forbes c’è una fila di imprenditori pronti ad entrare in scena. Si è già fatto avanti Mr. Beast, lo youtuber con più followers al mondo (290 milioni). Poi c’è Il miliardario Frank McCourt, ex proprietario dei Los Angeles Dodgers, squadra della Major League Baseball. Anche McCourt ha presentato un’offerta per acquistare TikTok. Non poteva infine mancare Jeff Bezos. Il fondatore di Amazon è già il terzo investitore sulla piattaforma, ma vorrebbe acquisirlo e integrarlo con i servizi di vendite on-line che già possiede.
Ci sono poi diverse cordate in via di definizione: da quella capitanata da Rumble a quella che vede coinvolti l’ex Ceo di Activision Blizzard, Bobby Kotick, e Sam Altman, Ceo di Open AI. Non manca persino l’ex segretario al Tesoro Steve Mnuchin, che ha dichiarato di voler mettere insieme un gruppo per acquisire TikTok composto da molte aziende tecnologiche.
Come si vede le soluzioni non mancano, a patto che i dati possano risiedere su server di società americane, anche se di cosa ne potrebbero fare per ora nessuno parla. Così tanto interesse dimostra che i social network si sono rivelati fondamentali per orientare la conversatio della società, molto di più dei media tradizionali sempre più in crisi di credibilità, di copie e di ascolti.
Anche in questo campo, come già avvenuto per X (l’ex Twitter), l’ascesa di Trump alla presidenza degli Stati Uniti si profila ricca di novità.
Intanto il tycoon ha rassicurato di averne già parlato con Xi Jinping, e che entro il tempo stabilito dalla Corte Suprema farà sapere le sue decisioni.
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