Tinto Brass è di nuovo tra noi, per la fortuna di tutti e per la felicità degli addetti ai lavori e dei fan del cinema e non solo quello a luci rossi. In passato c’è stato il rischio di perderlo a causa di un doppio ictus che lo ha costretto in ospedale in piena pandemia con tutte le difficoltà del caso. In una lunga intervista ad Adnkronos, il regista si racconta dopo l’ischemia che l’ha colpito a gennaio spiegando di essere rimasto da solo in ospedale, di non avere ricevuto le cure del caso e di essere rimasto sporco per giorni in pronto soccorso, almeno fino a quando non è stessa la moglie Caterina Varzi ad intervenire tramite avvocato ottenendo così lo spostamento in reparto dopo ben cinque giorni. Alla soglia di 89 anni, il maestro del cinema erotico si racconta partendo proprio da questo momento che lo ha spinto fino ai limiti della vita: “Non mi rendevo conto di dove fossi, mi chiedevo dove fosse Caterina, perché non venisse e mi sentivo disperato. Poi ho capito che nessuno poteva entrare a causa del Covid, mi sono adeguato a quelle regole balorde. Ma sapevo che lei c’era sempre ad aspettarmi“.
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Tinto Brass “Morire? Dopo ictus e due ischemie non ho paura”
Tinto Brass poi continua ammettendo di non aver paura della morte, non adesso che se si guarda indietro è consapevole del fatto di aver compiuto la sua missione e di non aver lasciato niente al caso: “Dopo un’emorragia cerebrale, un ictus e due ischemie il mio pensiero è più chiaro… in questo momento di emergenza, se un medico mi chiedesse di scegliere tra la mia vita e quella di un giovane non esiterei. Ho dato al mondo tutto quello che avevo da dare… Ho fatto quello che potevo fare e non ho rimpianti su nulla”. Uno come lui poi non poteva non dare consiglio migliore soprattutto ai giovani che, a causa del virus, sono costretti lontani dagli altri e, a volte anche dai loro compagni: “Trasgredite e fregatevene delle regole.. con o senza mascherina, fate sesso, fatelo comunque e spesso”.