I fondi dell’Ue alla scuola o non terremo unito il Paese: netto Tito Boeri ai microfoni de La Stampa. L’ex numero uno dell’Inps si è soffermato sul dossier scuola, con la riapertura prevista per il prossimo 7 gennaio 2020: l’economista ha bacchettato il Governo per non aver considerato il settore una priorità strategica, pensando prima a ristoranti e discoteche a differenza di quanto registrato negli altri Paesi.
«Diversi studi internazionali hanno osservato l’andamento dei positivi nelle scuole fra metà settembre e metà novembre. Ebbene, nessuno di questi ha dimostrato una particolare diffusione del virus. Il contagio sembra essere semmai nel tragitto verso la scuola. Certo, se avessimo resi pubblici i dati sui tracciamenti potremmo dirlo con maggiore precisione», ha spiegato Tito Boeri, che ha poi messo in risalto i danni causati dalla didattica a distanza. Nonostante ciò, la scuola non è tra le voci prioritarie nel progetto di spesa del Recovery: «Nel Recovery c’è a disposizione molto cemento per le costruzioni e le pale eoliche, meno per quello che può evitare la disgregazione sociale».
TITO BOERI: “PATRIMONIALE? LA TASSAZIONE VA RIVISTA”
Tito Boeri ha lanciato l’allarme per l’aumento delle disuguaglianze post-pandemia ed è possibile già rilevare segnali in questo senso. L’economista ha citato il netto calo demografico, che porterà l’Italia ad avere sempre più bisogno di manodopera qualificata straniera. Negli ultimi tempi si è parlato anche del ritorno della patrimoniale, questo il giudizio dell’ex numero uno Inps: «La parola patrimoniale è fuorviante, perché costringe a ragionare sul reddito dei singoli. I grandi ricchi devono spesso le loro fortune a tassazioni societarie molto basse. Non può essere più una singola nazione a risolvere il problema ma sì, la tassazione è sempre più regressiva e i grandi ricchi pagano poco. Non penso solo a quelli che guidano le big tech».