All’esame di maturità 2025, seconda prova del liceo classico, versione di latino, è “tornato” Cicerone con un brano sull’amicizia

Si è ripresentato puntuale, un po’ come quei vecchi onorevoli democristiani che sembravano sapere orientarsi a occhi chiusi nei corridoi di Montecitorio: Cicerone torna alla maturità 2025 con un brano del Laelius de amicitia, scritto nel 44 a.C. per onorare l’amico Scipione Emiliano. In apparenza il dialogo discute di amicizia; in realtà propone un piccolo manifesto morale. Per Cicerone, infatti, l’amicizia non nasce dai calcoli del tornaconto, ma da un istintivo riconoscimento di virtù nell’altro.



Fin dalle prime righe Lelio contrappone i favori strappati con “benevolenza di facciata” al legame che nasce naturalmente. I rapporti di convenienza si sbriciolano appena l’utile sparisce, mentre l’amicizia vera – dice Cicerone – resiste perché affonda in un sentimento semplice, lo stesso che unisce i genitori ai figli e che ci fa avvertire, al primo sguardo, l’onestà di chi ci somiglia.



La prosa di Cicerone incastra questa idea in periodi armoniosi (tecnicamente si chiama concinnitas): continui contrasti (vero/falso, utile/onesto) e un motto lapidario – nihil est amabilius virtute – che pare scolpito nella pietra.

Non sorprende che, lungo i secoli, quella “luce di onestà” abbia ispirato tante storie di amicizia: Achille e Patroclo, Eurialo e Niso, i Tre Moschettieri. Solo in tempi recenti la letteratura ha raccontato con la stessa forza i legami femminili, come quello fra Celie e Shug nel Colore viola o Lila e Lenù nella tetralogia di Elena Ferrante. Segno che la virtù è universale; è la tradizione, semmai, ad ampliarsi lentamente.



Il messaggio di Cicerone parla anche al nostro presente. Oggi che “contatto” è sinonimo di rete professionale, il vecchio oratore ricorda che la vera coesione si regge sulla fiducia, non su algoritmi o like. È una lezione utile a chi, dopo l’esame, dovrà scegliere ogni giorno se rivolgersi agli altri per convenienza o per autentica stima.

Forse è questo il motivo per cui il ministero di Valditara ha rimesso “meritoriamente” Cicerone in traccia. Chi chiude il dizionario con l’idea che l’amicizia nasca “dove brilla la virtù e non dove conviene” ha già superato la prova più importante: quella che comincia fuori dall’aula, nella vita di tutti i giorni.

E, chissà, riderà anche del fatto che il vecchio Tullio è spuntato persino in una traccia di matematica dello Scientifico. Un uomo ingombrante, in fondo. Ma immensamente utile, stavolta, a ricordarci di guardarci negli occhi prima di fare i conti.

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