“Transfobico, espone trans a violenza”/ Prof Berkeley vs senatore Usa perché usa la parola donna

- Silvana Palazzo

Usa, l'assurdo attacco della professoressa di Berkeley Khiara Bridges al senatore repubblicano Usa perché usa la parola donna: "Transfobico, così espone trans a violenza"

khiara bridges josh hawley 640x300 La professoressa di Berkeley Khiara Bridges e il senatore Usa Josh Hawley

La decisione della Corte Suprema di ribaltare la sentenza Roe vs Wade ha aperto uno squarcio negli Stati Uniti, dove il dibattito diventa a tratti violento. Lo dimostra il caso del senatore Josh Hawley, verbalmente aggredito dalla prof di legge di Berkeley, Khiara Bridges, che lo ha accusato anche di essere “transfobico” in un’udienza al Senato e di incoraggiare la violenza contro le persone transgender. È evidente, dunque, come i toni del dibattito si stiano facendo pericolosi negli Stati Uniti. Il senatore repubblicano del Missouri, infatti, si era rivolto in maniera moderata nei confronti della professoressa, nel dibattito programmato per discutere delle preoccupazioni legali a seguito della sentenza della Corte Suprema. «Sono qui oggi per spiegare come la decisione radicale della Corte Suprema di togliere la protezione costituzionale per la libertà riproduttiva infligge un pregiudizio razziale», ha affermato nella sua dichiarazione di apertura Bridges, che insegna diritto penale, diritto di famiglia, diritti riproduttivi e giustizia alla Berkeley ed è direttrice della facoltà del Berkeley Center on Reproductive Rights and Justice.

Quando il senatore Josh Hawley le ha chiesto se un bambino abbia valore anche se non è ancora nato, la docente ha sviato la risposta spiegando che lo abbia la persona in grado di restare incinta. Una espressione ripetuta più volte che ha spinto il senatore ad una domanda: «Ora la professoressa Bridges ha detto diverse volte, ha usato una frase… Voglio assicurarmi di capire cosa intende con questo. Si è riferita a persone con una capacità di gravidanza. Sarebbero donne?». La prof di Berkeley Khiara Bridges ha replicato al senatore: «Ci sono anche uomini trans capaci di gravidanza e persone non binarie che sono in grado di restare incinte… Possiamo riconoscere che questo ha un impatto sulle donne, pur riconoscendo che ha un impatto su altri gruppi. Queste cose non si escludono a vicenda».

L’ASSURDO ATTACCO DELLA PROF DI BERKELEY AL SENATORE USA

Il senatore repubblicano non si è scomposto di fronte a tale attacco, né ha alzato i toni, anzi ha chiesto alla docente dove volesse andare a finire. «Voglio riconoscere che la sua linea è transfobica e espone le persone trans alla violenza», l’attacco inaspettato e immotivato della prof di Berkeley al senatore durante il dibattito. «Wow. Sta dicendo che sto esponendo le persone alla violenza perché chiedo se le donne sono o meno le persone che possono avere gravidanze?», la replica di Josh Hawley, che nonostante tutto ha mantenuto la calma evitando lo scontro durissimo. «Voglio far notare che una persona transgender su cinque ha tentato il suicidio», ha aggiunto Khiara Bridges, quasi attribuendo alla discussione stessa la responsabilità di tali eventi. Infatti, il senatore repubblicano le ha poi chiesto: «È così che gestisce la sua classe? Gli studenti possono farle delle domande o sono trattati anche loro in questo modo e vien detto loro che espongono le persone alla violenza se si pongono delle domande?».

Su Twitter il senatore Josh Hawley ha poi fatto una riflessione sullo scontro con la prof di Berkeley: «I Democratici dicono quello che pensano veramente: gli uomini possono avere gravidanze e se non sei d’accordo, sei “transfobico” e responsabile della violenza. Per la sinistra di oggi, disaccordo con loro = violenza. Quindi tu non deve essere in disaccordo». Questa vicenda conferma la necessità del dialogo, ma soprattutto le difficoltà che si incontrano quando si cerca il confronto, nel quale, ad esempio, il suicidio di persone che evidentemente e comprensibilmente affrontano un tormento interiore viene usato come testimonianza della presunta malvagità di chi non condivide le stesse idee. Di fatto, si dà un significato sociale ad un atto di disperazione personale.







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