Il mercato dell’auto continua a comunicare dati di vendita con calo a doppia cifra percentuale: ormai la contrazione del mercato ha riportato l’Italia ai livelli del 1980! Questo rischia, e di fatto sta già accadendo, di innescare una spirale negativa che arriverà poco alla volta a coinvolgere anche altri settori produttivi, come per esempio l’editoria.
Non è certo un mistero il fatto che tra i principali investitori pubblicitari vi siano proprio le case automobilistiche, che troveranno sempre meno interessante investire in un mercato che non offre ritorni adeguati. Tanto più che la lotta tra concessionari ha portato a una lotta sui prezzi che taglia ulteriormente i margini di guadagno. Eppure, come sottolineato dall’Anfia, l’associazione della filiera automobilistica italiana, tutto tace nei palazzi del potere.
Tutti lo pensano e nessuno lo dice, ma l’origine di questo immobilismo è da andare a cercare nelle dichiarazioni di Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat, che dal Salone Internazionale dell’auto di Ginevra ha dichiarato di non avere interesse negli incentivi, di non volere aiuti dallo Stato. Non occorre leggere molto fra le righe per capire che il messaggio era: l’Italia, intesa come mercato auto, non ci interessa più. E in Italia non muovendosi Fiat tutti gli altri costruttori si sono trovati spiazzati e non sono in grado di far sentire la propria voce, né come associazioni di categoria, né a maggior ragione come singola realtà industriale.
Descrive molto bene la situazione attuale Guido Rossignoli, Presidente di Anfia: “La recessione, le difficoltà di un Paese che stenta a ripartire e che vive un’impegnativa fase di transizione soffocano ogni possibile stimolo alle vendite e, come se non bastasse, hanno dato il loro contributo negativo anche lo sciopero di oltre un mese delle bisarche, con il conseguente rallentamento delle consegne, e la dinamica dei prezzi dei carburanti, che continua il suo inarrestabile aumento. Secondo le stime preliminari Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo a marzo registra un aumento dello 0,5% a livello congiunturale e del 3,3% a livello tendenziale. A sostenere l’incremento congiunturale contribuiscono in particolare proprio i beni energetici non regolamentati (+3%): il prezzo della benzina cresce del 3,4%, quello del gasolio dell’1,9% e quello degli altri carburanti dell’8,8%. I rincari tendenziali si attestano rispettivamente a +18,6%, +22,5% e +7,9%. Nonostante il miglioramento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, che a marzo sale da 94,4 a 96,8, mancano i presupposti per una ripresa delle vendite nei prossimi mesi”.
Anche Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, sottolinea come all’interno del Governo ci sia un incomprensibile immobilismo, per non parlare dei differenti punti di vista espressi dal Primo Ministro Mario Monti, che da Tokio dichiarava finita la crisi, e dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera che alla Camera dei deputati ha parlato apertamente di recessione. E come sottolineato prima la recessione del settore automotive non si limita al pur importante 11% del Pil; occorre ricordare anche che contribuisce con il 16,6% del gettito fiscale, e se questo diminuisce perché non si vendono più auto il Governo dovrà andare a cercare altrove le risorse. E che la situazione sia pesante da tutti i punti di vista lo dimostra il fatto che anche il mercato dell’usato è in ribasso: con 391.863 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari, segna un -8,2% nel mese.
In conclusione riproponiamo una delle idee avanzate da Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri, un mese fa: adeguiamo il trattamento fiscale delle auto aziendali (che non è solo la fuoriserie del dirigente o dell’imprenditore, ma anche il furgone dell’artigiano!) al resto dell’Europa portando al 100% la detraibilità dell’Iva e del valore dell’auto. Un’idea intelligente e che potrebbe ridare ossigeno a quella parte di mercato che ancora resiste, peccato che con l’aria da caccia alle streghe di questo periodo e con la massiccia campagna anti-auto che direttamente o indirettamente si sta portando avanti sarà ben difficile che un provvedimento del genere possa vedere la luce.
La classifica delle dieci auto più vendute in Italia nel mese di marzo
MARCA MODELLO
FIAT PANDA 10,287
FIAT PUNTO 7,117
FORD FIESTA 5,071
VW GOLF 4,420
LANCIA YPSILON 3,910
VW POLO 3,436
CITROEN C3 3,428
TOYOTA YARIS 3,279
FIAT 500 3,105
OPEL CORSA 2,878
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