Dopo i quattro articoli pubblicati su queste pagine tra settembre e ottobre 2022 (articolo 1, articolo 2, articolo 3 e articolo 4), intendo attualizzare alcune proposte sugli aeroporti italiani che a mio avviso urge costruire nei prossimi 5-10 anni. Considerando che il Meridione ha la maggiore carenza di infrastrutture aeroportuali, inizio questa rassegna dalla Sicilia, dove gli aeroporti che urge costruire in zone che presentano un potenziale traffico di passeggeri sono ben 5: due opzioni per Catania e una per Milazzo, Agrigento, Lipari e Linosa.
L’aeroporto di Catania ha bisogno sicuramente di essere potenziato, ma lo spazio a disposizione anche allungando la pista attuale e realizzandone un’altra è limitato se si vuole creare un hub strategico. Quindi, esaminando il territorio vedo due opzioni: 1) nella piana di Catania più internamente tra la città e il vecchio aeroporto di Gerbini si potrebbe costruire una struttura secondo i nuovi canoni e avere intorno spazi tali da potersi sviluppare adeguatamente con altre piste da costruirsi in varie tappe: 2) come si è fatto a Francoforte e si pensa di fare a Heathrow, costruire un braccio di taxiway dall’aeroporto attuale e da lì realizzare una nuova pista verso l’interno con nuovi terminal e altri servizi necessari. A Bari è stata fatta un’operazione simile anni fa.
Nella piana tra Milazzo e Barcelona Pozzo di Gotto in provincia di Messina già da anni si parla di realizzare un aeroporto e quest’anno la ditta Sciara Holdings di Londra ha presentato un progetto, che secondo la presentazione pubblicata su Mondo Nuovo News e altri siti non richiede fondi pubblici e consentirebbe di realizzare uno scalo intercontinentale a carattere più cargo che merci con un porto adiacente per inviare tutte le derrate agricole e altro, oltre a un traffico passeggeri locale, turistico che servirebbe anche le Isole Eolie. Trovo il progetto una buonissima idea e spero venga realizzato, ma se non si elimina la raffineria presente in zona non sarà possibile, perché occorrerebbe una pista di almeno 3.000 metri e, considerando il restringimento della pianura, si arriverebbe molto vicini alla raffineria con rischi di catastrofi ambientali in caso di incidenti.
Per realizzare una pista evitando la raffineria si andrebbe verso i Monti Peloritani a 15 km da fine pista e realizzarne una corta per piccoli aerei non sarebbe molto utile. Inoltre, essendoci già in zona Gioia Tauro, un grande porto di smistamento container, mi chiedo se un altro porto così vicino con funzioni simili potrebbe avere successo. Non va poi dimenticato che bisognerebbe espropriare diversi terreni, ma su questo aspetto non ci sono molti dettagli nella presentazione che è stata fatta del progetto. Sicuramente dal punto di vista occupazionale, considerando anche l’indotto, un aeroporto del genere potrebbe anche essere preferibile alla raffineria.
Nella zona tra Agrigento e la Valle dei Templi è stata finalmente discussa quest’anno la costruzione di un aeroporto. Mi fa piacere che la mia proposta di due anni fa sia stata ascoltata, ma una pista di soli 1.200 metri, come quella di cui si sta parlando, renderebbe l’aeroporto poco utilizzabile e con costi di gestione da ripartire su pochi passeggeri. Credo ci voglia una pista di almeno 2.550-2.750 metri e in zona ci sono più punti dove poterla realizzare.
A Lipari sarebbe utile un aeroporto già ben descritto nell’articolo di due anni fa, ma da allora nessuna autorità pubblica o società privata ha cavalcato l’idea e considerando la nostra cultura politica, burocratica e pseudo ecologista dubito che tale proposta avrà seguito, anche se sarebbe utilissima vista la situazione dei porti delle Eolie e il loro isolamento specialmente in inverno.
Grazie a un suggerimento dell’amico Gianni Rossi, ho studiato il territorio di Linosa ed effettivamente potrebbe ospitare una pista di 1.200 metri, sufficiente per un turboelica tipo ATR42/72, oppure una pista di soli 1.000 metri in un altro punto dell’isola sufficiente per un turboelica ATR42 con peso ridotto. In questo modo si potrebbe collegare Linosa con Roma e risolvere il problema dell’isolamento di questo avamposto nel sud Mediterraneo a beneficio degli abitanti e di chi vorrebbe raggiungerla anche per ragioni turistiche
Dopo aver parlato della Sicilia, nel prossimo articolo analizzerò le proposte relative alla Calabria.
(1- continua)
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