“Il peggio è passato. Puntiamo a un’inversione di tendenza nel secondo semestre”. L’ottimismo dimostrato dall’amministratore delegato di Alitalia, Andrea Ragnetti, non è purtroppo confermato dai numeri riguardanti i risultati dei primi sei mesi del 2012. In questo periodo la compagnia ha fatto registrare 201 milioni di perdita netta, in flessione di 107 milioni rispetto allo stesso periodo del 2011 e con una perdita operativa di 169 milioni di euro. Nel secondo trimestre, ha spiegato Ragnetti, “abbiamo lavorato duramente per contrastare la crisi, ma anche per prepararci ad accelerare il tasso di crescita dei nostri ricavi nel secondo semestre 2012 e soprattutto nel 2013”. Insieme a Gianni Dragoni, inviato de Il Sole 24 Ore, commentiamo la delicata situazione di Alitalia.
Come giudica i risultati della compagnia in questo primo semestre?
Nel primo semestre abbiamo effettivamente assistito a un peggioramento complessivo delle condizioni del mercato del trasporto aereo. La crisi si è fatta sentire di più e, nella prima parte di quel periodo, è stato anche registrato un rincaro del prezzo del carburante. Quindi, anche se Alitalia resta comunque più debole di altre compagnie, c’è stato un peggioramento abbastanza generalizzato del settore.
Secondo Ragnetti l’andamento generale del traffico aereo europeo ha vissuto “uno dei peggiori semestri che si ricordi”. E’ d’accordo?
No, non credo si sia trattato del peggior semestre. Rispetto a periodi passati decisamente peggiori, in questo caso il traffico complessivo ha comunque continuato a crescere, mentre per Alitalia è diminuito. Questo dimostra quindi una evidente debolezza della compagnia.
Nonostante i risultati decisamente negativi, l’ad di Alitalia mostra un certo ottimismo. Lo condivide?
Personalmente sarei molto più prudente. Nel secondo semestre, come avviene ogni anno, di solito i risultati sono comunque migliori grazie alla favorevole stagionalità estiva, anche se bisogna poi vedere se questo porterà realmente a un pareggio operativo l’anno prossimo. Quello di Ragnetti mi sembra quindi un ottimismo di chi è appena arrivato e deve conquistare fiducia.
Il presidente della compagnia, Roberto Colaninno, ha invece fatto sapere di voler continuare a investire “nella qualità del servizio e della flotta”. Cosa ne pensa?
La “nuova” Alitalia non ha poi investito così tanto. Investire significa soprattutto incrementare la flotta, ma la compagnia ha solamente sostituito vecchi aerei facendo entrare gli Airbus nel contratto in leasing con Toto. Alitalia non ha incrementato né la flotta, né le destinazioni, mentre la capacità complessiva si è ridotta: sembra quasi che non voglia fare grandi mosse in attesa di un accordo salvifico con Air France, ma nel frattempo le perdite hanno eroso il patrimonio che ormai si è ridotto a un quarto rispetto a quello di partenza.
Qual è quindi l’attuale situazione di Alitalia?
Parliamo di una compagnia sempre più marginale. Sulle rotte interne ha ancora una posizione forte, ma messa in grave difficoltà dalle compagnie low cost e dal treno ad Alta Velocità sulla tratta Roma-Milano, dove per altro dovrà cedere degli slot a una nuova compagnia, come ha chiesto l’Antitrust. Alitalia sta resistendo, in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci a ottobre sul ricorso presentato, ma resta il fatto che se sulla Roma-Milano entrerà un vero concorrente come EasyJet per la compagnia potrebbe rappresentare il colpo decisivo. Fino a oggi i soci hanno dimostrato di non voler investire in attesa di vendere ad Air France, anche se il prezzo che oggi potrebbero spuntare è decisamente inferiore a quello previsto ormai quattro anni fa.
(Claudio Perlini)