Trump scuote Putin con la minaccia di sanzioni: “basta comprare petrolio da Mosca”. Bessent rilancia su asse UE-USA per far collassare l'economia russa

TRUMP “ATTACCA” PUTIN PRIMA DI GODERSI SINNER-ALCARAZ: LE DICHIARAZIONI “BOMBA” SULLE SANZIONI

In questi minuti il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è sulle tribune degli US Open per godersi la finale tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (con quasi certo suo “favorito” visti i rapporti agli antipodi che intrattiene con i Governi di Italia e Spagna, ndr), ma è prima di arrivare a New York che le sue dichiarazioni “bomba” stanno facendo tuonare la politica internazionale ancora una volta. Nelle stesse ore in cui emerge una nuova proposta di pace sulla guerra a Gaza (qui tutte le ultime notizie, ndr), da Trump giunge netto l’ultimatum quasi scaduto sul conflitto in Ucraina: «sono pronto ad una seconda fase di sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin».



Parlando con i giornalisti prima del volo che lo ha portato all’Arthur Ashe degli US Open, Trump ha risposto a diverse domande confermando una sostanziale pazienza esaurita nei confronti dei “tentennamenti” russi in merito alla pace in Ucraina: le promesse fatte in Alaska, almeno pubblicamente, non sembrano essere mantenute dal Cremlino e così la pazienza americana volge al termine (sempre non si tratti di un meccanismo “forzato” per far capire a Mosca di non poter più rimandare i negoziati).



Vladimir Putin e Donald Trump, vertice Russia-USA in Alaska (ANSA-EPA 2025)

Tra oggi e domani verranno fatte diverse discussioni alla Casa Bianca per impostare i tempi e i modi delle dure sanzioni da muovere contro la Russia, e mentre in Europa il leader ungherese Orban ritiene che alla fine la guerra si fermerà con la divisione dell’Ucraina tra Mosca e l’Occidente, l’input di un accordo ulteriore tra Washington e Bruxelles arriva nientemeno che dal segretario al Tesoro Scott Bessent in serata. «L’America è pronta a collaborare con l’UE per far crollare l’economia russa»: l’idea dell’amministrazione Trump è molto semplice e viene ribadita dal ministro delle finanze alla NBC, qualora Putin riuscisse a collassare economicamente «ecco che si riaprirebbe il tavolo delle trattative».



USA STANCHI DELLA RUSSIA? LE POSSIBILI SANZIONI E IL NUOVO DIALOGO MACRON-ZELENSKY

Per aumentare però la pressione sulla Russia occorre sempre più che USA e Unione Europea collaborino fianco a fianco: il duello, conclude Bessent, è capire chi resiste maggiormente tra l’esercito ucraino e l’economia russa. L’amministrazione americana già nella telefonata degli scorsi giorni ai Volenterosi aveva indicato la via: basta comprare petrolio russo e maggiori pressioni alla Cina per impedire l’alleanza “facile” tra Mosca e Pechino. Ora la conferma della Casa Bianca è per immediate sanzioni a chiunque acquisti il petrolio russo (ergo, sfida diretta a Pechino), in attesa di conosce l’esatta entità del combinato disposto di interventi da UE e USA in direzione Mosca.

«Come Ucraina contiamo su una risposta forte degli USA», ha detto in serata il Presidente Volodymyr Zelensky, confermando quanto già ribadito in settimana durante la riunione dei Volenterosi a Parigi: le sanzioni americane a Putin potrebbero essere ad oggi la miglior carta da giocarsi per l’Occidente per spingere Mosca a riprendere i negoziati per la tregua. Ne sono convinti sicuramente Zelensky e l’Italia di Meloni, così come la Germania di Merz: meno la Francia di Macron che spinge invece per inviare soldati europei o comunque filo NATO in Ucraina per garantire una piena garanzia di sicurezza a Kiev (col rischio però di allontanare ulteriormente il cessate il fuoco, come denuncia il Cremlino).

Nell’ennesimo lungo colloquio telefonico con l’Eliseo, Zelensky e Macron oggi hanno condannato i nuovi attacchi giunti nella notte contro Kiev, invitando gli alleati a prendere decisioni forti per costringere la Russia alla pace. In una breve nota di Palazzo Chigi stamane, la Premier Giorgia Meloni sottolinea come la Russia sia interessata ancora oggi ad aumentare la ferocia degli attacchi senza accelerare sui negoziati: «faremo la nostre parte perché le ragioni della pace giusta prevalgano sull’aggressione indiscriminata».