Politico rivela che Trump avrebbe informato i suoi che presto Musk lascerà la Casa Bianca: la portavoce Karoline Leavitt smentisce l'ipotesi
Poco dopo la pubblicazione del (presunto) scoop di Politico su Donald Trump che avrebbe informato i suoi collaboratori fidati dell’intenzione di allontanare Elon Musk dalla Casa Bianca prima del naturale termine del suo mandato, è arrivato l’intervento e il commento della portavoce ufficiale dell’amministrazione Repubblicana Karoline Leavitt affidata ad un breve post condiviso sul suo profilo X (il social di proprietà dello stesso miliardario protagonista dello scoop) nel quale ha ricondiviso la notizia rilanciata dalla stessa autrice Rachael Bade.
Commentando la notizia – che trovate dettagliata nelle prossime righe – Leavitt si è limitata a definire lo scoop vera e propria “spazzatura” dato che sia Musk che Trump hanno più volte “dichiarato pubblicamente” che il miliardario “lascerà il servizio come dipendente governativo speciale” solamente dopo che avrà “completato il suo incredibile lavoro presso il DOGE” che sarebbe ancora in corso, seppur in dirittura di arrivo.
This “scoop” is garbage.
Elon Musk and President Trump have both *publicly* stated that Elon will depart from public service as a special government employee when his incredible work at DOGE is complete. https://t.co/Brppff6SKi
— Karoline Leavitt (@PressSec) April 2, 2025
LO SCOOP DI POLITICO: TRUMP AVVISA I SUOI COLLABORATORI CHE ELON MUSK SE NE ANDRÀ PRESTO DALLA CASA BIANCA
Nel corso delle prossime settimane – quasi certamente entro la fine di maggio – Donald Trump dovrebbe revocare lo status di ‘dipendente governativo speciale’ concesso ad Elon Musk dopo il subentro alla Casa Bianca quando l’ha posto alla guida del dipartimento rinominato DOGE con l’importante compito di risolvere il deficit nel bilancio statunitense: a dirlo sono state alcune fonti interne alla cerchia ristretta dello stesso Trump al quotidiano Politico, rivelando che la transizione sarebbe già parzialmente in corso e precisando che tra il tycoon e il miliardario non ci sarebbe stato nessun particolare attrito tale da comprometterne i rapporti.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene ricordare che attualmente tra Trump e Musk sembra esserci un vero e proprio rapporto di fiducia che si è saldato durante la campagna elettorale del Repubblicano al punto da scegliere di conferire al miliardario il compito di tagliare circa 1 trilione di dollari dalle spese federali: compito in larga parte assolto a suon di tagli alla maggior parte dei dipartimenti federali; ma che prevedeva una naturale scadenza a 130 giorni legata proprio allo status di ‘dipendente governativo speciale’ e che si suppone dovrebbe scattare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.
PERCHÉ TRUMP È PRONTO A MANDARE VIA MUSK: È SODDISFATTO DEL SUO OPERATO, MA ANCHE PREOCCUPATO PER IL CRESCENTE PESO POLITICO E MEDIATICO
Al di là della naturale scadenza dell’incarico del proprietario di Tesla, secondo le fonti di Politico Trump potrebbe allentare la presa e (per così dire) ‘licenziare’ Musk prima del previsto: tutte e tre le fonti del quotidiano confermano che il tema sarebbe già stato sollevato sia all’interno della cerchia ristretta del presidente, sia in una riunione formale del gabinetto governativo dello scorso 24 marzo (alla presenza anche dello stesso miliardario); con il presidente che in ognuna di queste occasioni ci ha tenuto a dirsi fermamente “soddisfatto” dell’operato del consigliere.
Una soddisfazione – tuttavia – che si accompagna anche ai timori condivisi da una buona parte dei consiglieri ufficiali di Trump che il miliardario stia assumendo via via un eccessivo peso politico e – soprattutto – mediatico che rischia di renderlo una vera e propria mina vagante per via anche della sua imprevedibilità: più volte – infatti – si sarebbe lanciato in dichiarazioni pubbliche (sempre condivise su X) non concordate con i vertici della Casa Bianca che hanno causato un paio di imbarazzi; così come ha dimostrato di non riuscire a rispettare la formale catena di comando su decisioni e dichiarazioni che regola il potere a Washington.
Oltre alle voci raccolte da Politico, per ora da parte dei due diretti interessati non sono arrivati commenti, conferme o smentite ufficiali alla questione; mentre interpellati sul futuro di Musk rispetto all’amministrazione statunitense, le fonti non hanno saputo indicare una traiettoria precisa, concordando – comunque – che quasi certamente resterà una presenza sporadica alla Casa Bianca e che non uscirà dalla sfera d’influenza del presidente, affiancandolo (ipoteticamente) come consigliere strategico su alcuni temi.
