Trump vieta i viaggi negli Usa: il provvedimento entra in vigore il prossimo 9 giugno e riguarda, in diversa misura 19 Paesi tra cui...
TRUMP VIETA I VIAGGI NEGLI USA: STRETTA SULL’IMMIGRAZIONE PER…
Trump vieta i viaggi negli USA a dodici nuovi Paesi, introducendo inoltre ulteriori restrizioni per altri 8 stati: cosa cambia dunque al di là dell’oceano con la nuova stretta del Presidente sull’immigrazione che, a suo dire, metterebbero “in pericolo gli States” e quali sono le conseguenze stando almeno a quanto riportano i media americani, in attesa di poter dare una lettura più completa di un provvedimento che ha già suscitato reazioni di segno opposto; non va dimenticato anche che l’inquilino della Casa Bianca, con una decisione ampiamente annunciata, cerca di far rientrare col provvedimento i malumori che stanno emergendo nello stesso fronte repubblicano (a partire da Elon Musk) a seguito dei tagli introdotti dalla legge di bilancio. Ma in cosa consiste il nuovo “Travel Ban” e cosa succede ora che Trump vieta i viaggi negli USA ad altri Paesi?
Da lunedì prossimo i cittadini di 12 stati non potranno più entrare negli Stati Uniti d’America: come già fatto durante il suo primo mandato presidenziale, Donald Trump vieta i viaggi negli USA a una lista di Paesi che, almeno nelle sue intenzioni, dovrebbero andare nella direzione di fermare (ma più realisticamente attenuare) l’immigrazione, legale e illegale, oltre che garantire maggiore sicurezza alla popolazione americana. Il magnate, presentando il provvedimento e commentando i recenti fatti di cronaca, aveva così giustificato la decisione: “Non lasceremo che quello che è successo in Europa accada anche in America” aveva tuonato The Donald. I Paesi finiti nella ‘black list’ a stelle e strisce che entrerà in vigore il 9 giugno sono Afghanistan, Ciad, Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Myanmar, Somalia, Sudan e infine lo Yemen.
“TRAVEL BAN”: LA LISTA DEI 19 PAESI. COSA ACCADRÀ DAL 9 GIUGNO?
Meno stringenti sono invece le restrizioni con cui Trump vieta i viaggi negli USA ai cittadini di altri otto stati e che non potranno più fare richiesta per un permesso di soggiorno e tantomeno ottenere il più classico dei visti turistici o studenteschi, aspetto questo che ha sollevato alcune obiezioni e che per diversi quotidiani d’oltreoceano pare avere più una valenza di segnale che pratico. Di fatto il “Travel Ban” introdotto dall’amministrazione americana è una versione aggiornata di quel “Muslim Ban” che Trump introdusse nel corso del suo primo mandato a Washington, bloccando di fatti per tre mesi l’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini provenienti da quegli stati a maggioranza islamica, prima che il presidente democratico Joe Biden lo cancellasse. Nell’elenco di queste otto nazioni figurano invece Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e anche il Venezuela.
A detta della Casa Bianca, quelle che si apprestano a diventare operative dall’inizio delal prossima settimana sono “restrizioni di buon senso” e finalizzate a proteggere i cittadini americani da “pericoli estremi” e, in ottica di sicurezza nazionale, da soggetti che, a detta del presidente, non sono stati “adeguatamente controllati”. Tuttavia, nell’elenco del “Ban” con cui Trump vieta i viaggi negli USA e che riguarda, con diverse misure di restrizione, 19 Paesi, solamente due figurano nelle liste del governo di quelli definiti “sponsor del terrorismo”, vale a dire l’Iran che rientra nella prima e Cuba, soggetta invece a limitazioni parziali. Ad ogni modo, se la misura colpisce quegli stati che avrebbero “approfittato” del sistema dei visti americano, nello specifico sono diverse le categorie di persone che, nel concreto, continueranno ad entrare negli USA grazie a delle ‘eccezioni’: è il caso dei residenti permanenti legali negli USA a cui la restrizione non si applica, membri della famiglia con visti, le adozioni internazionali, i dipendenti del Governo, i cittadini afghani con visti speciali d’immigrazione e gli atleti che arriveranno negli States per eventi sportivi quali i Mondiali di Calcio e le Olimpiadi, entrambe in programma nei prossimi anni.
