Il coro era diventato assordante. Non c’era organizzazione di settore che non avesse chiesto nuove misure a sostegno del turismo, ancora una volta in gravi difficoltà, adesso ancor più serie per essere entrate ormai in una fase sistemica, che dura praticamente da due anni. Si è chiesto, soprattutto, la proroga di almeno altri sei mesi per la cassa in deroga legata al Covid, scaduta il 31 dicembre e non ancora rinnovata. Ma le misure caldeggiate comprendono anche Imu, oneri fiscali, garanzie sui prestiti.
È stato accolto quindi con estremo favore il comunicato diffuso l’altra sera dal ministero al Turismo: “Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia è al fianco degli operatori del Turismo. E si impegna a portare all’attenzione collegiale del governo le richieste del settore. A partire alla proroga al 31 dicembre prossimo della moratoria sui prestiti bancari. Non di meno è necessario il ripristino dal 1 gennaio scorso della proroga della cassa integrazione: a riguardo è in corso un dialogo con il ministero del Lavoro. Dialogo che deve essere esteso anche alla fiscalizzazione dei nuovi oneri contributivi per le imprese del turismo con più di 15 dipendenti. Il grido di dolore dell’industria del turismo – sottolinea Garavaglia – è quello di un settore dinamico che ha bisogno di programmare le stagioni con largo anticipo. Sono fiducioso che il governo, nella sua collegialità, lo saprà raccogliere ed introdurre gli interventi per attenuare l’impatto economico negativo della pandemia su un comparto così importante alla formazione del Pil”.
Vista la presa di posizione del ministro, tutti confidano in una rapida adozione di misure adeguate, anche se i tempi della politica sono già abbastanza risicati da un calendario fitto, per di più con le votazioni per la presidenza della Repubblica alle porte. Si tratta, però, di vita o di morte, letteralmente. Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, parla di “questione di sopravvivenza”. Il Mise ha annunciato sostegni per 60 milioni per un mix di settori, eventi, intrattenimento, wedding, hotel, ristoranti e altro ancora. “Ma non cerchiamo mance”, ha detto ancora Bocca, sottintendendo forse che una guerra tra poveri finisca con non aiutare nessuno. E infatti Marina Lalli, presidente Federturismo Confindustria, ha aggiunto che “o si prende in mano seriamente la situazione o questi microinterventi non riusciranno a fermare l’emorragia”.
Di sicuro, a oggi, c’è che le prenotazioni negli alberghi italiani (che nelle città stanno lavorando, quelli che sono aperti, al 60%) hanno la data di scadenza fissata al 9 gennaio: dopo di che… Con lo spettro che, visti gli enormi rincari energetici, i prezzi siano destinati al rialzo, in una spirale inflativa che certo non contribuirebbe a spingere il mercato.
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