Secondo il Wall Street Journal il sistema difensivo Samp-T fornito dall'Italia e dalla Francia all'Ucraina non è stato in grado di intercettare i missili

In questi giorni già di per sé complessi per l’Ucraina nei quali la fine delle collaborazioni militari da parte degli USA potrebbe rivelarsi presto la causa della fine – certamente non positiva per Kiev – del conflitto contro la Russia, ad aggiungere ulteriore complessità al tema sembra averci pensato anche il flop del sistema missilistico difensivo Samp/T fornito dall’Italia e dalla Francia per sopperire ai numeri limitati del similare (ma ben più efficiente) Patriot statunitense: a dirlo è stato il Wall Street Journal che ha condotto un’interessante analisi sulle ripercussioni a lungo termine per l’Ucraina dell’interruzione del supporto da parte degli USA.



Prima di arrivare all’analisi sul futuro senza Stati Uniti dell’Ucraina, è interessante soffermarci brevemente sul flop del sistema Samp-T lungamente desiderato da Kiev e concesso dopo un’estenuante trattativa dalla Francia e dall’Italia, utile per scongiurare le minacce aeree e – soprattutto – quelle missilistiche: dopo essere arrivato sul suolo ucraino, secondo il WSJ il sistema avrebbe restituito un problema tecnico non meglio definito – e sul quale l’azienda produttrice Eurosam non ha fornito risposte al quotidiano americano – non riuscendo ad intercettare e colpire i missili balistici russi; rendendolo – di fatto – parzialmente inutile anche in virtù della fine delle scorte dei missili Aster che impiega.



L’analisi del Wall Street Journal sul futuro dell’Ucraina: il peso della fine del supporto USA tra munizioni e intelligence

Oltre al flop del sistema Samp-T, però, è interessante notare che secondo diversi analisti ed esperti militari sentiti dal Wall Street Journal, l’attuale situazione sul campo di battaglia per l’Ucraina non è ancora critica, ma se dovesse perdurare la fine del supporto statunitense rischia di diventare rapidamente un vero e proprio problema esponenzialmente esteso: per quanto riguarda i rifornimenti a carattere puramente militare, i problemi a breve termine dovrebbero essere scongiurati grazie al mega pacchetto di aiuti varato da Biden prima dell’insediamento di Trump; ma a lungo termine in assenza di missili, munizioni e pezzi di ricambio, gli equipaggiamenti USA rischiano di diventare completamente inutili.



Tuttavia, seppur sia vero che al contempo i rifornimenti militari all’Ucraina sono stati largamente coperti anche dagli alleati europei, riducendo di gran lunga i rischi per Kiev; al contempo il reale problema è l’assenza di collaborazione con l’intelligence USA che ha dato una svolta reale al conflitto permettendo all’Ucraina di optare per la strategia – fino ad ora di successo – di interrompere le forniture russe prima che arrivino al fronte e mettano in difficoltà le scarne linee umane in trincea.

Senza dimenticare che anche la potenziale (per ora non concreta) ipotesi dell’interruzione delle linee internet StarLink potrebbe comportare la completa perdita di comunicazione tra reparti militari e – soprattutto – tra operatori e mezzi di artiglieri comandati a distanza al centro della già citata strategia di interruzione delle linee.