I volenterosi europei intendono mandare uomini in Ucraina, Putin non li vuole. L’Europa dovrebbe schierarsi, ma tra i volonterosi di pace
Ormai la guerra tra Ucraina e Russia procede senza un’apparente via di uscita ed è anche difficile capire la logica con cui si vorrebbero condurre le cosiddette trattative di pace.
C’è questo gruppo di cosiddetti volenterosi che si dicono disposti a mandare propri soldati dopo che si è arrivati alla pace. Allora, dice Putin, una volta stabilita la pace che bisogno ci sarebbe di truppe occidentali in Ucraina? Poi però aggiunge che queste potrebbero diventare un bersaglio dell’esercito russo. Ma perché, se ci dovrebbe essere la pace?
In effetti non è chiaro di quale consistenza dovrebbe essere il contingente dei volenterosi, anche perché, se volessero veramente garantire l’Ucraina da una nuova invasione russa, dovrebbero essere molti. Moltissimi, ben armati e, appunto, disposti ad entrare in guerra con la Russia.

In questa situazione la proposta italiana di mandare gli sminatori non sembra proprio peregrina. Costoro farebbero un lavoro indubbiamente utile per la popolazione civile, un lavoro contro nessuno. Se poi oltre agli sminatori ci fossero quelle forze disarmate impegnate nella necessaria ricostruzione, sarebbe ancora meglio.
Tutti costoro sarebbero anche un possibile bersaglio di eventuali cattive intenzioni russe, ma nessuno potrebbe accusarli di essere provocatori. Se poi nel gruppo di questi volenterosi di pace ci fossero, a turno, i leader dell’Europa, questo mostrerebbe al mondo la serietà delle intenzioni, compreso il fatto di non accettare il principio “armiamoci e partite”.
Mah! Forse se si ricorre alla logica si rischia di uscire dall’attuale realtà. Siamo proprio sicuri che gli illogici non siano gli altri?
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