Ne è passato di tempo da quel drammatico 22 febbraio 2014, giorno in cui venne deposto l’ex Presidente Janukovic, ma in Ucraina si torna pericolosamente a parlare di “colpo di stato”.
E la minaccia non viene rilanciata da media o 007, ma dal Presidente eletto e in carica di Kiev, Volodymyr Zelensky: «i funzionari hanno ricevuto l’informazione che un colpo di stato avrà luogo nel nostro Paese l’1 e il 2 dicembre. Abbiamo registrazioni audio in cui i rappresentanti della Russia e Rinat Akhmetov (un importante oligarca ucraino, ndr) discutono del colpo di stato». Nei giorni in cui le tensioni al confine del Donbass sono tornate a preoccupare tutta l’Europa, il Presidente ed ex comico Zelensky punta dritto l’accusa contro il Cremlino per un eventuale golpe che potrebbe avvenire ad inizio dicembre. Sempre secondo il Capo dl Governo di Kiev, sarebbero svariati miliardi di dollari quelli spesi da Akhmetov, proprietario dello Shaktar Donetsk che ha appena sfidato l’Inter in Champions League, come «parte di offerta per un cambio regime». L’imprenditore sarebbe però solo un “fiancheggiatore” e un’importante risorsa per chi intenderebbe rovesciare il regime (patrimonio netto stimato di Akhmetov è di circa 7 miliardi di dollari, ndr), «ma non prenderà parte personalmente al golpe», sottolinea ancora Zelensky secondo quanto riportato da “Russia Today”.
CAOS UCRAINA-RUSSIA, COSA STA SUCCEDENDO
Il presunto complotto – di cui il Cremlino non intende neanche rispondere a livello ufficiale – sarebbe dunque pronto ad essere lanciato per rovesciare il Governo ucraino nei prossimi giorni: «non puoi combattere contro il tuo popolo e il presidente che è stato eletto dai cittadini dell’Ucraina», è il monito lanciato duramente da Zelensky all’oligarca Akhmetov (e indirettamente al Governo di Putin). Dalla Crimea al Donbass, lo scontro tra Ucraina e Russia è tornato a livelli molto preoccupanti, con le opposizioni a Kiev che hanno denunciato più volte quest’anno la repressione dei media e dei critici al Governo Zelensky. Nelle scorse settimane addirittura il leader del principale partito di opposizione, Viktor Medvedchuk, è stato arrestato con l’accusa di alto tradimento: non solo, a settembre il parlamento nazionale di Kiev ha votato una legge per impedire «agli oligarchi di influenzare la vita pubblica». Lo scontro insomma è serrato con l’Ucraina che accusa la Russia di voler sabotare il Governo democratico, mentre viceversa è lo stesso Zelensky ad essere accusato dai suoi oppositori di essere un “mini Putin”. Solo qualche giorno fa le uniche parole ufficiale in arrivo dalla Russia provenivano dal portavoce di Putin, Dmitry Peskov, che ribadire come fosse «assolutamente sbagliato associare qualsiasi movimento delle forze armate russe nel territorio del nostro Paese a ipotetici piani per attaccare l’Ucraina». Secondo però il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov, la vicenda è diametralmente diversa: «Mosca sta preparando un attacco all’Ucraina entro la fine di gennaio». Nel giro di pochi giorni quell’inizio 2022 si è tramutato in dicembre 2021 con l’evoluzione dei prossimi giorni che si appresta ad essere tutt’altro che serena al confine tra Russia e Ucraina. I media Ue e Usa confermano come ad est e sud del Donbass sono stati schierati centomila soldati “vicini alla Russia“, nella regione dove ricordiamo dal 2014 è sotto controllo dei separatisti filo Mosca.