Nato e Ue hanno stabilito che le infrastrutture europee non sono adatte al trasporto di mezzi militari in caso di guerra con la Russia, scatta piano rinnovo
L’Ue ha predisposto il rinnovo delle infrastrutture come strade, collegamenti e ferrovie, considerate inadeguate per il passaggio di mezzi militari Nato in caso di guerra con la Russia.
L’avvertimento era stato dato dal responsabile dei trasporti della Commissione Europea Apostolos Tzitzikostas, che aveva già anticipato al Financial Times il programma per la ristrutturazione e l’allargamento di ponti, viadotti e tunnel, che erano stati definiti inadatti agli spostamenti degli eserciti, perchè spesso troppo stretti o con portata di carico massimo insufficiente per la spedizione veloce di truppe e munizioni, data anche l’urgenza che sussisterebbe in caso di attacco improvviso a est da parte di Putin.
La strategia è inserita in un più ampio piano di contrasto alla possibile minaccia dall’esterno, e nel contesto di allarme che è scattato già in tutto il continente in vista di uno scontro con Mosca, in particolare dopo l’allarme lanciato durante il summit dell’Alleanza da Mark Rutte, che aveva dichiarato di prepararsi con misure concrete, all’invasione di uno stato membro entro il 2030.

Responsabile trasporti Ue: “Infrastrutture non sono pronte per la guerra con la Russia”, via al piano di ristrutturazione da 17 miliardi
Il responsabile dei trasporti dell’Unione Europea ha dichiarato che Bruxelles sta studiando un programma specifico di preparazione alla possibile minaccia russa, preparandosi ad una guerra con Mosca anche tramite l’adeguamento delle infrastrutture.
Oltre al rinnovo di ponti, strade tunnel e ferrovie, si prevede anche la costruzione di nuove vie di collegamento rapido, che possano garantire la velocità e sostenere la portata dei mezzi militari Nato come carri armati e altri veicoli per lo spostamento delle truppe, visto che ora la maggior parte delle strade può sopportare un peso massimo di 40 tonnellate.
Per questo motivo, il Financial Times ha anticipato che, all’interno del piano di riarmo, saranno stanziati 17 miliardi di euro destinati proprio alla ristrutturazione per favorire la mobilità militare che scatterebbe in caso di emergenza. Fonti interne alla Commissione e diplomatici citati dal giornale, hanno confermato che la misura straordinaria potrebbe essere inserita già nel prossimo bilancio 2028/2034, vista la direttiva Nato sull’aumento delle spese fino al 5% del Pil che prevede che almeno l’1,5% del totale sia destinato proprio alle strutture per la difesa, e in previsione di un minore coinvolgimento degli Stati Uniti per la tutela della sicurezza.
