Ue finanzia Hamas indirettamente tramite Ong a Gaza, inchiesta svela le infiltrazioni del gruppo nell'amministrazione degli aiuti umanitari
L’Unione Europea ha contribuito a finanziare Hamas tramite sovvenzioni alle Ong presenti a Gaza, un’inchiesta di Euractiv ha scoperto documenti in possesso dell’organizzazione terroristica, rilevati durante perquisizioni che dimostrano infiltrazioni di membri negli enti umanitari che operavano sul territorio ai quali sono stati assegnati diversi fondi, destinati ufficialmente alla popolazione civile e allo sviluppo di vari programmi. Secondo quanto stabilito dalle indagini, funzionari del gruppo monitoravano costantemente le attività delle onlus che per lavorare sul posto dovevano obbligatoriamente collaborare con persone di fiducia, cittadini designati per controllare anche i flussi di denaro che arrivavano per sostenere progetti, ai quali doveva essere assegnato un posto di rilievo nell’amministrazione.
Il report menziona Ong molto conosciute come Save The Children, Medici Senza Frontiere e Oxfam, che però non avrebbero avuto un ruolo consapevole nella vicenda ma più che altro come vittime che subivano il meccanismo imposto per appropriarsi degli aiuti internazionali.

Membri di Hamas infiltrati nelle Ong a Gaza per controllare gli aiuti umanitari dell’UE
L’inchiesta di Euractiv, basata su documenti declassificati da Israele che erano stati trovati dopo il 7 ottobre in strutture di Hamas, ha svelato il meccanismo attraverso il quale l’organizzazione terroristica si appropriava dei fondi europei destinati alle Ong che operavano a Gaza. Tramite persone di fiducia, che spesso erano membri del gruppo o cittadini simpatizzanti, si infiltravano nelle amministrazioni degli enti, controllando così i soldi che arrivavano per i finalità diverse.
Nel report ci sono poi anche dichiarazioni che proverebbero il sostegno ad attività militari, con aiuti che erano stati inviati ad Oxfam per sviluppare sistemi di irrigazione di alberi da frutto. Aggiungendo anche che questo tipo di progetti è una delle classiche coperture solitamente utilizzate per mascherare operazioni effettuate in zone sensibili alla sicurezza vicino ai confini. Per fare chiarezza sulla questione è intervenuto anche l’eurodeputato di FdI Stefano Cavedagna, che ha chiesto di approfondire con una indagine da parte della Commissione UE EUDS.
