Per un errore l'UE potrebbe dichiarare illegali il 90% dei boiler attualmente installati: esclusi due elementi fondamentali dalla lista dei materiali sicuri
Per un errore (più o meno volontario) dell’Unione Europa entro il 2027 il 90% dei boiler attualmente installati sul suolo dei 27 stati membri rischia di diventare “illegale” per via della presenza – secondo i costruttori fondamentale, ma ci torneremo – di due elementi chimici che aiutano a mantene bassi i costi di costruzione, senza intaccare minimamente la salute dei consumatori: a lanciare l’allarme è stato il Financial Times che ha raccolto il grido di aiuti dei costruttori di boiler, che da Bruxelles hanno ricevuto (come si suol dire) picche.
Partendo dal principio, va precisato che l’errore risiede nella nuova lista aggiornata dei materiali che l’Unione Europea considera sicuri per la commercializzazione e – in particolare – nel capitolo dedicato all’acqua potabile: dopo decenni, infatti, per la prima volta nell’ultimo aggiornamento non sono stati inseriti l’afnio e lo zirconio, collegati – secondo alcune evidenze scientifiche – a possibili rischi nel caso in cui vengano inalati o ingeriti sotto forma di polvere.
L’errore europeo che rischia di distruggere il mercato dei boiler: quella “svista” su afnio e zirconio
Proprio l’afnio e lo zirconio sono finiti al centro della controversia tra i costruttori e l’Unione Europea, con l’associazione Applia – operativa in tutta Europa e che raccoglie i costruttori di elettrodomestici e attrezzature per l’ospitalità – che ha ricordato che si tratta di elementi assolutamente sicuri e fondamentali per i boiler: entrambi, infatti, vengono impiegati negli smalti per via della loro elevatissima resistenza alle temperature, con il doppio effetto di preservare l’impianto (che altrimenti si creperebbe) e di mantenere fissa la temperatura dell’acqua.

Di fatto, il direttore di Applia – Paolo Falcioni – ha ricordato al Financial Times che entrambi gli elementi vengono impiegati nei boiler da quasi un secolo senza che siano mai stati veramente e direttamente associati a rischi per la salute dei consumatori; mentre le uniche alternative praticabili sarebbero l’acciaio e il rame, i cui costi – però – sono fino a cinque volte superiori a quelli di afnio e zirconio con tutto ciò che ne conseguirebbe per i consumatori e per la competitività delle imprese produttrici europee.
Alle legittime richieste di chiarimento da parte di Applia e di numerosi produttori di boiler, però, l’Unione Europea si è limitata a ricordare che sarebbe compito dei singoli stati membri proporre modifiche alla lista dei materiali sicuri: una posizione certamente corretta, ma che – spiega sempre Falcioni – richiederà enormi costi a carico dello stato o delle imprese e tempi biblici per poter effettuare i dovuti test sulla sicurezza dei due materiali.
