L’UE sta puntando a definire un nuovo quadro normativo per regolare l’uso delle IA e degli algoritmi all’interno del mondo del lavoro. Ad inizio anno, infatti, la direzione generale per l’Occupazione della Commissione, secondo quanto riporta il sito Euractiv, ha commissionato uno studio esterno che permetterà di definire gli eventuali e possibili sviluppi politici futuri. Complessivamente, infatti, la visione preponderante all’interno dell’UE è che le IA e gli algoritmi sono e saranno sempre più preponderanti, toccando pian piano tutti i campi sociali, mondo del lavoro incluso, ragione per cui occorre sempre più attenzione attorno al tema, al fine di definire una serie di possibili regole che non creino sfruttamenti o male gestioni.
Come l’UE pensa che l’IA cambierà il mondo del lavoro
Secondo il commissario per gli affari sociali dell’UE Nicolas Schmit occorre “attribuire grande importanza al problema delle IA nel mondo del lavoro”, perché questo tipo di tecnologie algoritmiche non possono più essere ignorate o negate. Secondo lui il punto di volta sul tema potrebbe essere l’AI Act, una proposta legislativa che distinguerà le intelligenze artificiali in base a livelli di rischio definiti dalla commissione stessa, prevedendo norme specifiche che non creino problemi per privacy e sicurezza sociale.
Complessivamente, i consulenti interpellati dall’UE per cercare di regolare le IA all’interno del mondo del lavoro hanno preso in considerazione soprattutto le app, i dispositivi indossabili (come gli smartwatch) e i tracker, come dispositivi utili per una gestione algoritmica delle risorse. Le intelligenze artificiali, infatti, in un possibile futuro potrebbero aiutare i datori di lavori a gestire diverse funzioni importanti, come l’allocazione delle risorse (umane ed economiche), la formazione dei dipendenti, ma anche le valutazioni e le assunzioni di questi ultimi. Attualmente, tuttavia, non si sa come e se il prossimo parlamento UE (che dovrebbe spostare i consensi dal centrosinistra al centrodestra) sarà intenzionato a perseguire gli sforzi per regolare le IA nel mondo del lavoro, questione che secondo Schmit potrebbe diventare “un grosso problema“.