Massimo Garavaglia ha tracciato una sorta di consuntivo dei suoi primi 365 giorni alla guida del ministero del Turismo

“Il turismo ha bisogno di maggiori risorse di quelle stanziate dal Pnrr: vale oltre il 13% del Pil e gli è stato destinato l’1,5%. I 2,4 miliardi stanziati (che arrivano a 7 sfruttando in tutti i modi l’effetto leva) sono pochi e abbiamo più domande delle risorse a disposizione: l’importante è non lasciare risorse inutilizzate. Confidiamo per questo nella flessibilità”.



Questo è stato il passaggio che agli addetti ai lavori è piaciuto di più nel consuntivo tracciato a villa Ada, a Roma, dal ministro al Turismo Massimo Garavaglia sui suoi primi 365 giorni nel nuovo dicastero. Un anno vissuto pericolosamente, per il settore che tra tutti è stato quello maggiormente colpito dai riflessi della pandemia, e che ancora oggi si trova a rapportare la sua ripresa con gli strascichi del contagio, con la guerra nell’est europeo, l’inflazione e il caro-materie prime ed energetico che ne consegue. Una ripresa, peraltro, che nei recenti ponti primaverili ha svelato tutta la potenza di una voglia di vacanza troppo a lungo repressa, esplosa soprattutto nelle città d’arte prese d’assalto, i primi segnali degli overtourism post-Covid. “Che comunque, dopo due anni, vanno anche bene – ha confessato il ministro -. La realtà è che bisogna smettere di essere primi nei desideri a gennaio e trovarci quinti nei consuntivi di dicembre”.

Più che giusto. Allora come fare? La ricetta del ministero è semplice: digitale, sostenibilità, accessibilità ai grandi eventi e turismo lento. “Eravamo in ritardo sul digitale, ma adesso ci stiamo muovendo. Tra i principali interventi del Pnrr ci sono 114 milioni per il Digital Tourism Hub, quasi 1,8 miliardi per il Fondo competitività imprese turistiche e 500 milioni per Roma Caput Mundi. Tra breve avremo il nuovo sito Italia.it e in autunno la nuova app”. Ed era ora: finalmente l’intero Paese sarà raggiungibile da un’unica piattaforma e con un semplice clic. 

Capitolo sostenibilità: “Abbiamo tantissime potenzialità inespresse. In Italia vale 5 miliardi, ma in Germania arriva a 20, quindi abbiamo molto da recuperare”. Capitolo accessibilità: con due decreti interministeriali (Turismo e Disabilità) è stato creato un fondo di 30 milioni per il turismo accessibile e inclusivo. “Pochi giorni fa – ha detto Garavaglia – sono stati sbloccati 18 milioni (per gli anni 2022-23-24) per finanziare la certificazione ISO dei servizi dedicati ai turisti disabili”. Capitolo grandi eventi: tra tutti, ciclismo e cicloturismo, un settore che vede la rinnovata partnership tra ministero, Enit e Rcs MediaGroup. Lungo le strade del Giro d’Italia, è stato ricordato, ci sono dai 10 ai 12 milioni di persone, e il cicloturismo vale 20 miliardi in Germania, ma il clima italiano potrebbe portare raddoppiare quel valore.

Il primo anno di ministero è stato anche un anno di sostegni: 1,7 miliardi di euro a fronte di 24 mila istanze degli operatori. “Tra i settori sostenuti – ha ricordato Garavaglia – agenzie di viaggio e tour operator (586 milioni), organizzatori di fiere e congressi (400 milioni), strutture ricettive (181 milioni), impianti di risalita a fune (367 milioni). E per i consumatori 1 milione sul fondo per l’indennizzo dei titolari di voucher”. In più ci sono i fondi per gli impianti a fune e le fiere e congressi.

Oltre ai numeri, il ministero ha lavorato anche su programmazione e coordinamento, soprattutto nella prospettiva del pieno superamento della fase emergenziale, oltrepassata la quale “potrà esercitare pienamente la sua vocazione di hub di politiche multilivello funzionali a valorizzazione e programmazione turistiche. Senza dubbio – ha detto Garavaglia – alla luce di questo orizzonte prospettico diventa essenziale dotare il ministero di maggiori risorse e valorizzare una struttura come Enit, i cui omologhi europei godono di maggiori riconoscimenti. Infine, diventa adesso strategico un nuovo Piano che tenga conto dei profondi cambiamenti degli ultimi mesi, dovuti prima alla pandemia e poi alla guerra”. Un documento programmatico che valuti gli scenari e le contingenze attuali (lavoro incerto, visti i repentini mutamenti in corso) per proiettare la fisionomia dell’industria italiana del turismo su maggiori livelli di qualità e competitività.

Il ministro Garavaglia ha voluto anche ricordare due atti: l’istituzione (settembre 2021) della Banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi, un passo concreto nella lotta all’abusivismo; e la norma (varata un mese prima, agosto 2021) che fissa i requisiti professionali a livello nazionale per i direttori tecnici delle agenzie di viaggio e turismo. Era una norma – ha ricordato il ministro – attesa da dieci anni. Bene, quindi. Ma le agenzie di viaggio, o almeno le duemila che aderiscono alla sigla Maavi, si dicono insoddisfatte, non tanto per la nuova norma, quanto per l’esiguità delle risorse a loro destinate: “I 39 milioni di fondo ad hoc, che peraltro risultano ancora in stallo – sostiene la presidente Maavi, Enrica Montanucci -, sono solo un cerottino corrispondente a circa 2.800 euro ad agenzia: spiccioli praticamente. La vera partita riguarda ora il Recovery bis”. 

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