Unicredit ed il Governo italiano, come rivela l’agenzia Reuters, sarebbero indirizzati verso lo stop dei negoziati su Monte dei Paschi di Siena. La banca, a fine luglio scorso, come ricostruisce Agi, aveva avviato alcune procedure per l’acquisizione di alcuni asset selezionati di quest’ultima, che ha al momento tra gli azionisti anche il Ministero dell’Economia. Il Mef, che ne ha evitato il default, infatti, ha una quota maggioritaria del 64%.
I motivi della rottura sarebbero da ricondurre all’impossibilità di raggiungere un accordo, dato che lo stesso Ministero dell’Economia non ritiene di potere soddisfare le richieste di Unicredit in merito ad una ricapitalizzazione da oltre 7 miliardi di euro che anticiperebbe la fusione. La prima richiesta era stata addirittura di 9 miliardi. Il finanziamento è ritenuto dal Governo «troppo punitivo per i contribuenti». Inoltre, un altro problema riguarderebbe gli esuberi: circa 7 mila, dato che l’acquisizione comprenderebbe solo gli asset più redditizi. Una notizia che aveva fatto tremare i sindacati. Pare, ad ogni modo, che non se ne farà nulla. Già ad agosto scorso il ministro dell’Economia Daniele Franco aveva anticipato che non l’operazione non si sarebbe chiusa a tutti i costi. “Proporremo un pacchetto finale solo se saremo convinti che il pacchetto sarà adeguato”, aveva detto.
Unicredit e Governo verso stop negoziati su Monte dei Paschi: le reazioni
La richiesta elevata di ricapitalizzazione e la questione degli esuberi sarebbero, dunque, i motivi per cui Unicredit ed il Governo, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, starebbero andando verso lo stop dei negoziati su Monte dei Paschi di Siena. Una conferma ufficiale in merito a tale indiscrezione, tuttavia, non è ancora arrivata.
Il Premier Mario Draghi, da parte sua, intercettato dalla stampa, ha ammesso di non saperne ancora nulla. Nessuna reazione neanche da parte del Ministero dell’Economia. La sensazione, ad ogni modo, è che la strada sia ormai definita.