Un alto funzionario degli Stati Uniti avvertirà nel corso di questa settimana l’Austria e la banca locale Raiffeisen Bank International, circa i pericoli derivanti dal continuare a fare affari con la Russia, aumentando così la pressione sull’istituto di credito più grande del Paese. La notizia è riportata dall’agenzia Reuters e si tratta di una iniziativa che rientra in una nuova spinta di Washington nell’applicazione delle sanzioni contro la Russia.
Anna Morris, funzionaria del Tesoro specializzata nei flussi di denaro illeciti, chiederà alle banche austriache di “adottare misure di mitigazione” nei confronti dei loro rapporti con la Russia. Inoltre, come specificato ancora dall’agenzia, parlerà di una nuova autorità a stelle e strisce per le sanzioni che “aumenterà i rischi per le banche” e le incoraggerà a “proteggersi dal commercio legato alla base industriale militare russa, altrimenti rischieranno di essere tagliate fuori dal sistema finanziario statunitense”.
USA ALL’AUSTRIA: “STOP LEGAMI CON LA RUSSIA”: COSA PUO’ SUCCEDERE
Gli Stati Uniti sono considerati il regolatore più potente al mondo in quanto possono bloccare l’accesso al dollaro di una banca straniera, moneta che viene utilizzata nella finanza internazionale. Perdere l’accesso potrebbe portare un istituto di credito ad una crisi finanziaria. Il duro avvertimento di Morris all’Austria, uno dei Paesi europei che ha i legami più stretti con la Russia, rappresenta un ultimo tentativo per fare pressione sulla RBI, protagonista di grandi scambi di denaro da e verso la Russia.
Una visita che giunge dopo un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, risalente allo scorso dicembre, attraverso cui vengono minacciate sanzioni per gli istituti finanziari che aiutano la Russia ed evitare le sanzioni. Dal suo canto, la banca austriaca, ha precisato di aver spesso discusso delle sanzioni con le autorità di regolamentazione e di aver sempre rispettato queste regole.
USA ALL’AUSTRIA: “STOP LEGAMI CON LA RUSSIA”: IL LUNGO LEGAME CON MOSCA
In ogni caso Washington, precisa la Reuters, sta affrontando una forte resistenza di politici e funzionari austriaci: sebbene la nazione a nord dell’Italia sostenga pubblicamente l’Ucraina, il Paese è riluttante a recidere completamente i propri legami con la Russia, e si dice convinto che potrebbe ristabilire le relazioni. A riguardo l’Austria ha fatto pressioni di recente sull’Ucraina affinchè togliesse la RBI dalla lista nera dello stesso Paese, un elenco chiamato “sponsor internazionale della guerra” che ha l’obiettivo di smascherare tutte le aziende che fanno ancora affari con la Russia e che sostengono lo sforzo bellico, alimentando quindi in qualche modo l’occupazione dell’Ucraina.
L’Austria, ricorda l’agenzia di stampa internazionale, mantiene degli stretti legami con la Russia attraverso gasdotti e finanziamenti, e si tratta di un partner di vecchia data per Vienna. La RBI era già stata avvisata nel corso di questi due anni, ma nonostante avesse dichiarato di voler scorporare la sua attività in Russia, poco è cambiato. Si tratta di una banca che vanta 2.600 clienti, 4 milioni di titoli di conti e 10mila dipendenti.