Usa, Corte Suprema “Vietato licenziare perchè gay o trans”/ “No a discriminazioni”

- Davide Giancristofaro Alberti

Usa, la Corte Suprema ha stabilito che è vietato licenziare una persona semplicemente perchè gay o trans: i dettagli

pride month gay pride 1969, Rivolta di Stonewall. Qui il Gay Pride (LaPresse, 2019)

Quanto stabilito nelle scorse ore dalla Corte Suprema degli Stati Uniti sembrerà banale, ma rappresenta invece una decisione storica oltre oceano, e soprattutto, una grande vittoria della comunità LGBT: nessuno potrà da ora in avanti essere licenziato per il semplice orientamento sessuale, quindi gay o trans. A stabilirlo, come riportato dai quotidiani nazionali e stranieri, la Corte Suprema Usa attraverso la legge sui diritti civili del 1964, il Civil Rights Act, che protegge le persone Lgbt dalla discriminazione sul lavoro. A votare in favore di questa decisione storica, sei giudici sui 9 della corte (la cui maggioranza è conservatrice), sottolineando che il Titolo VII della suddetta legge vieta appunto la discriminazione basata su un’identità di genere o su un orientamento sessuale. “Un datore di lavoro che licenzi una persona perché omosessuale o transgender – le parole del giudice Neil Gorsuch – la licenzia per caratteristiche o azioni che non avrebbe contestato in persone di diversa sessualità. Quest’ultima ha un ruolo necessario ed evidente nella decisione, proprio come vieta il Titolo VII”.

USA, CORTE SUPREMA: “VIETATO LICENZIARE PERCHE’ GAY O TRANS”. UNA DECISIONE STORICA

Una decisione storica ancor di più per il fatto che la Corte, come detto sopra, è a maggioranza conservatrice e tendenzialmente orientata a destra dopo le ultime nomine del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh. A discapito delle attese questi ultimi due hanno votato in favore della norma, così come il presidente John Roberts. La decisione è giunta dopo aver analizzato tre diversi casi distinti, a cominciare da quello di Donald Zarda, istruttore di paracadutismo di New York morto, passando per quello di Aimee Stephens, transgender originaria di Michigan che aveva accusato il proprio datore di lavoro, titolare di un’agenzia di pompe funebri, di averla licenziata dopo che la stessa si era sottoposta ad un’operazione chirurgica per cambiare sesso; infine, il caso di Gerald Bostock, licenziato, come sosteneva lo stesso, dopo che si era iscritto ad un campionato di softball per i soli omosessuali. Negli Stati Uniti sono al momento solo 22, meno della metà, gli stati americani che hanno adottato delle leggi per proteggere i lavorati dal licenziamento in base al loro orientamento sessuale.





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