Entro settembre Trump dovrebbe presentare il piano per il ritiro dei soldati USA dall'Europa: la Germania, spaventata, chiede chiarimenti
È attesa – probabilmente – per settembre la pubblicazione del rapporto intitolato “Global Force Posture Review” con il quale gli USA di Donald Trump dovrebbero definire il nuovo assetto dei soldati stanziati in giro per il mondo e che si ipotizza conterrà una riduzione dei militari statunitensi che attualmente si trovano in Europa: un piano al quale lo stesso tycoon accennò già poco dopo il suo insediamento alla Casa Bianca e che è rimasto latente in questi mesi di scontri commerciali sui suoi dazi.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile e importante ricordare che attualmente non è certo quanti siano effettivamente i soldati USA dislocati sul territorio europeo per ragioni strettamente legate alle esigenze difensive e di deterrenza: secondo alcune stime dovrebbe trattarsi grosso modo di qualcosa come 90 o 100mila militari, dei quali il 20% dislocati da Joe Biden dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Proprio questi ultimi secondo alcuni analisti – tra i quali il ricercatore tedesco Aylin Matlé citato dal quotidiano Politico – potrebbero essere i protagonisti del piano di revisione del presidente USA, ma ci sono anche altre voci che ipotizzano che il taglio potrebbe arrivare fino al 30% dell’attuale totale con un’impronta decisamente maggiore rispetto alle capacità difensive e di deterrenza del Vecchio continente.
La Germania preoccupata per il ritiro dei soldati USA dall’Europa: il ministro Pistorius chiede chiarezza sul piano
In questa ipotizzata riduzione delle forze militari USA di stanza in Europa si inserisce la Germania che dalla Guerra fredda a questa parte ha sempre fatto ampio affidamento alla potenza militare di Washington: proprio sul suolo tedesco – non a caso – si trova l’importante base di Grafenwöhr che si ritiene essere la più grande tra le tante che si trovano al di fuori del territorio statunitense, oppure anche quella aerea di Ramstein che funziona da fulcro delle comunicazioni satellitari statunitensi; senza dimenticare quella di Büchel che ospita anche le armi nucleari degli USA.

Proprio grazie alla potenza militare USA, negli anni la Germania è rimasta piuttosto indietro dal punto di vista dello sviluppo delle sue capacità difensive nazionali e ora il ventilato ritiro sembra spaventare il ministro della Difesa Boris Pistorius: recentemente dopo un incontro con l’omologo statunitense Pete Hegseth ha chiesto che il ritiro sia il più ordinato e coordinato possibile per evitare di lasciare lacune nelle capacità militari della Germania delle quali potrebbero approfittare gli attori malintenzionati.
