Valentina Pitzalis, mano bionica: "Ora posso farmi la piega con il phon, ma non sono autosufficiente". Il marito le diede fuoco nel 2011
Come ha spiegato Valentina, ci sono ancora però tanti leoni da tastiera, sui social, che la prendono di mira e che continuano e continueranno a tormentarla. Del resto esiste quella che si chiama “vittimizzazione secondaria: sono sopravvissuta e non ho rinunciato a vivere, dunque sono colpevole”.
VALENTINA PITZALIS: “MANO BIONICA PAGATA GRAZIE A UNA RACCOLTA FONDI”
Nel prosieguo del suo intervento sul “Corriere della Sera”, Valentina Pitzalis ha rivelato che le spese per la mano bionica sono state sostenute per mezzo di un aiuto collettivo: “La protesi l’ho pagata grazie a una raccolta fondi della Fondazione Doppia Difesa fatta nel 2012. La Asl sarda ha coperto un’altra parte. L’officina ortopedica ha fatto il suo. E poi ho sempre accanto a me l’associazione Fare X Bene, che mi accompagna dalla fase processuale. Come vittima scampata a un femminicidio lo Stato non mi ha mai riconosciuto nessun aiuto. Come persona con disabilità, nemmeno: il tabellario per le protesi è fermo al 1999, senza un supporto esterno non avrei mai potuto pagare i 40mila euro per la mano nuova. In Grecia una protesi del genere è totalmente a carico del sistema sanitario nazionale”.
Dopo questa indispensabile “svolta”, Valentina ha affermato senza esitazioni di essere diventata “Wonder Woman, adesso. E questo mi fa sentire ancora più forte”.