L’errore sanitario «più grave mai verificatosi al mondo». Così il Tribunale di Palermo ha definito il caso di Valeria Lembo, morta dopo una dose 10 volte superiore di chemioterapia. La 34enne è stata vittima di un banale errore dovuto ad uno zero in più sulla cartella clinica che si è rivelato fatale. Dopo aver scoperto di avere un linfoma di Hodgkin, un tumore che tutti le avevano detto che era curabile, si affidò alle cure dei medici, i quali le avevano detto che avrebbe dovuto fare poche sedute di chemioterapia. Diedero tra l’altro ottimi risultati, infatti Valeria stava bene. Il dramma è avvenuto dopo l’ultima seduta: il medico specializzando Alberto Bongiovanni sbagliò a trascrivere il dosaggio di un farmaco molto potente, quindi anziché scrivere 9 scrisse 90 milligrammi. La dottoressa Di Noto non si accorse dell’errore e firmò la prescrizione. Fu un’infermiera ad accorgersi che qualcosa non andava, visto che non aveva tutta la dose, ma la dottoressa Di Noto e il suo responsabile, il dottor Palmeri non si resero conto dell’errore. E così Valeria cominciò a stare male, venendo ricoverata il giorno dopo con la diagnosi di gastroenterite.
VALERIA LEMBO MORTA: ARRIVANO SCUSE, MA LA GIUSTIZIA…
Nelle ore successive i medici Di Noto e Palmeri si accorsero dell’errore: una terza dottoressa, allertata da un’altra infermiera, aveva segnalato che era stata segnata la dose sbagliata nella cartella clinica. Ma Valeria Lembo intanto peggiorava. «Mi hanno sbagliato le dosi della chemio, ho provato a dirlo ma mi hanno zittita», disse alla zia. La famiglia quindi chiese spiegazioni e i medici ammisero l’errore, ma parlarono solo di una dose in più. I tre medici si sono incolpati l’un l’altro per la dose di chemioterapia prescritta. Ma a 8 anni di distanza dalla tragedia la famiglia rischia di non avere giustizia, perché il processo è vicino alla prescrizione. Dopo due sentenze di condanna con pene severe in primo e secondo grado, la Cassazione ha annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello per la sentenza a carico dell’allora primario Palmeri e dell’infermiera Guarnaccia. Invece confermò la sentenza, ma solo per responsabilità del fatto, per i medici Di Noto e Bongiovanni. E quindi in appello per gli ultimi due si discuterà solo la determinazione della pena.
“Le Iene” ha ricostruito la vicenda: l’inviato Ismaele La Vardera ha incontrato il dottor Palmeri, che definisce la storia di Valeria Lembo terribile, ma chiarisce di non aver avuto alcuna responsabilità. Invece il dottor Bongiovanni dichiara: «Quello che è accaduto mi ha distrutto, non ho parole. Chiedo scusa alla famiglia». Invece, la dottoressa Di Noto, che continua a lavorare in ospedale, non risponde. La vicenda ha scosso anche Elena Santarelli: «90 mg di chemio… veleno nel corpo… da 9 a 90. Non si può accettare, non si può», ha scritto la showgirl commentando il servizio del programma di Italia 1.