Un vampiro sepolto all’inizio del XIX secolo nel Connecticut (USA) è stato identificato dai ricercatori per mezzo di strumenti tecnologici all’avanguardia. Come spiega il “New York Post”, i resti dell’uomo sono stati rinvenuti nel 1990 a Griswold e il defunto è stato trovato con le braccia a forma di X, pratica di sepoltura che si credeva impedisse al vampiro di riemergere dalla tomba per nutrirsi dei vivi. Grazie alle analisi bioinformatiche del DNA, i ricercatori hanno scoperto che l’uomo di mezza età si chiamava John Barber ed era affetto da tubercolosi.
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Infatti, si legge sul quotidiano, “i sintomi della tubercolosi includono sudorazione, perdita di peso, gonfiore del collo e tosse con sangue, il che potrebbe aver indotto gli abitanti del luogo a sospettare di vampirismo”. In più i ricercatori sono stati anche in grado di utilizzare modelli di apprendimento automatico per riprodurre digitalmente l’aspetto di Barber, che sembra avesse la pelle chiara, gli occhi marroni, i capelli castani o neri e le lentiggini.
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VAMPIRO SEPOLTO CON BRACCIA A X: “DISSOTTERRATO E RISEPPELLITO”
Come hanno asserito i ricercatori in una conferenza stampa, “le storie di non morti che consumano il sangue di esseri viventi esistono da secoli. Prima che le conoscenze scientifiche e cliniche fossero utilizzate per spiegare le malattie infettive e i disturbi medici, le comunità colpite da epidemie si rivolgevano al folklore per trovare spiegazioni. Spesso un soggetto veniva ritenuto un vampiro per il suo cambiamento di aspetto, il comportamento irregolare e la morte dei suoi amici e familiari, che in realtà soffrivano di condizioni come la porfiria, la pellagra, la rabbia e la tubercolosi”.
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Peraltro, si ipotizza che John Barber sia stato in seguito dissotterrato e riseppellito perché i suoi arti erano stati posti sopra il suo petto “a X”, in una configurazione a teschio e ossa incrociate: si trattava di una pratica di sepoltura utilizzata per impedire al presunto vampiro di uscire dal sepolcro per aggredire i vivi.