Con l’aumento dei casi di variante Delta, una modifica del ceppo originario del covid con cui si è coperti solo dopo la seconda dose di vaccino, non è da escludere una rimodulazione del Green Pass. Il famoso passaporto vaccinale che consente ad una persona di muoversi liberamente fra regioni, viene rilasciato a 15 giorni dalla prima dose, ma tenendo conto appunto della variabile Delta, nulla sarà da lasciare al caso. Un argomento decisamente attuale quello della variante Indiana e del Green Pass, visto che stamane ne hanno parlato sia il ministro della salute, Roberto Speranza, quanto il sottosegretario Pierpaolo Sileri.
Il primo ha spiegato: “È chiaro che tutte le altre valutazioni – le sue parole a margine di un evento a Prato – verranno fatte passo dopo passo”. Più specifico invece il viceministro, intervenuto presso i microfoni di Radio24 durante il programma 24Mattino: “E’ possibile che con la variante Delta del covid in Italia si debba rimodulare il Green pass dopo la prima dose di vaccino. Questo però lo lasciamo dire agli scienziati e aspetterei un paio di settimane. Ma se è vero che la protezione da questa variante c’è dopo due dosi di vaccino, è chiaro che, oltre a correre con le seconde dosi, dobbiamo rimodulare il Certificato verde. Al momento è prematuro dirlo”.
VARIANTE DELTA, GREEN PASS VERSO LA MODIFICA: “DOBBIAMO ANALIZZARE I DATI”
Sileri invita ad attendere almeno un paio di settimane per analizzare i dati che giungono dal Regno Unito e nel contempo, capire l’evolversi della situazione variante Delta in Italia: “Aspettiamo di capire di quanto sale in una settimana. E poi una riflessione su questo la farei”. Per il viceministro della Salute consegnare il Green Pass dopo una sola dose non è stato un errore in quanto quando è stato formulato i dati mostravano che andava bene”.
Del resto quella contro il covid “è una battaglia dinamica. Il virus è dinamico e noi dobbiamo essere pronti ad adattarci. Al momento non serve una modifica del passaporto verde, ma va messa in cantiere – ribadisce – l’analisi dei dati ce lo dirà. Verosimilmente – ha concluso – ma qui parla più il medico del politico, bisognerà modificarlo se si conferma l’efficacia del vaccino contro la variante Delta con la seconda dose. A quel punto bisognerà introdurre un Green pass con una seconda dose fatta”.