Nessuna novità sulle Regionali, intesa su dazi Ue-Usa e tenuta maggioranza: come è andato il vertice del Centrodestra tra Meloni, Slavini, Tajani e Lupi

ECCO COME È ANDATO (PER DAVVERO) IL VERTICE DEL CENTRODESTRA A PALAZZO CHIGI

Nessuna novità sulle Regionali (anche 3 candidati su 5 sono già blindati), ma una ribadita tenuta della maggioranza di Governo oltre al punto sulla trattativa di mediazione tra UE e USA che occorre mettere in campo nei prossimi giorni sul tema dei dazi: questo il sunto di come è andato il vertice del Centrodestra tenutosi oggi a Palazzo Chigi, con tutti i leader della maggioranza presenti attorno al tavolo della Presidente del Consiglio



Dalle fonti raccolte da “Il Sussidiario.net”, nel colloquio con Meloni, Salvini, Tajani e Lupi si è puntato alla fine sull’attualità politica e sull’emergenza reale della trattativa che l’Unione Europea sta tenendo con Washington per evitare la stangata dei dazi al 30%: «è andata benissimo», ha spiegato all’uscita dal vertice il leader della Lega e vicepremier, sottolineando come vi sia una piena concordia tra tutti i vertici della maggioranza, «nel governo c’è perfetta sintonia. Andremo avanti fino alla fine della legislatura». Salvini ha poi spiegato che pur trovandosi con altri tre partiti diversi, comunque resta l’obiettivo di concludere la Legislatura e ultimare le riforme del programma di Governo.



Matteo Salvini, leader della Lega e vicepremier alla Camera (ANSA 2025, Fabio Frustaci)

Resta la volontà del Centrodestra di presentare una propria modalità di mediazione con gli States, da concordare con Bruxelles, dopo la forte critica espressa proprio dalla Lega sulla Commissione Von der Leyen: «serve un cambio di passo, eliminando i vincoli burocratici», aveva spiegato negli scorsi giorni lo stesso Salvini, mentre da Palazzo Chigi si era scelto un profilo più “basso” pur ribadendo pubblicamente che occorre trovare una soluzione diplomatica in quanto lo scontro commerciale con gli Stati Uniti è del tutto «insensato e illogico».



“NON ABBIAMO PARLATO DI REGIONALI”: RESTANO I REBUS SU CAMPANIA E VENETO

Dopo Salvini ha parlato anche l’altro vicepremier Antonio Tajani, sottolineando quanto già avevamo raccolto nelle fonti interne alla maggioranza: «nel vertice del Centrodestra non abbiamo parlato delle Elezioni Regionali», dunque non vi è ancora una novità né sulla data del voto (si va comunque verso un Election day a fine ottobre 2025) né soprattutto sui candidati che la coalizione presenterà contro il campo largo (o “i campi larghi”) nelle 6 Regioni al voto.

Ad oggi restano blindati di fatto 3 candidati su 5 (in Valle D’Aosta non viene presentato un candidato Governatore, si elegge nel Consiglio Regionale dopo la prima seduta post-Elezioni, ndr): il Presidente uscente delle Marche Francesco Acquaroli ufficiale, i candidati di Toscana e Puglia è ancora ufficioso. La scelta del Centrodestra andrà su Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoria, e l’azzurro Mauro D’Attis, mentre i veri nodi restano comunque aperti su Campania e Veneto.

Dalle fonti raccolte, il vertice del Centrodestra non è riuscito al momento a porre una svolta in tal senso anche se la tenuta della maggioranza e la sintonia tra i leader dovrebbe aver gettato le basi per una scelta prossima: in Campania i nomi di Martusciello e Cirielli, per più motivi, non sembrano convincere, mentre il futuro del “doge” Luca Zaia sarà decisivo per capire cosa farà la Lega che rivendica il candidato dopo l’ottimo doppio mandato mantenuto dal Carroccio negli ultimi anni.

Se è vero che il Centrosinistra arriva diviso in Toscana con lo scontro tra Pd e M5s sulla candidatura di Giani, è altrettanto vero che occorre fare in fretta in casa Centrodestra: arrivare ad agosto senza avere ancora i nomi dei candidati campani e veneti rischia di incrinare i consensi con l’elettorato, specie dove il Centrodestra parte già in svantaggio (come a Napoli, Bari e Firenze).