Come è andato il vertice in Alaska tra Putin e Trump: gli "highlights" del summit, la scelta di Zelensky di accettare il trilaterale (lunedì sarà negli USA)
GLI “HIGHLIGHTS” DEL SUMMIT IN ALASKA: ECCO COME È ANDATO IL VERTICE TRA PUTIN E TRUMP
Nessuna tregua, ma neanche nessun tavolo saltato o trattativa fallita: il vertice Trump-Putin in Alaska questa notte ha prodotto risultati “diversi” a seconda del punto di vista con cui lo si guarda, ma su un punto occorre convenire tutti. Dopo tre anni e mezzo di guerra in Ucraina quello andato in scena ad Anchorage è il primo sostanziale incontro tra le forze nemiche che promette quantomeno di portare ad una possibile tregua.
Con i media ucraini ed europei molto scettici sull’Alaska – «vittoria assoluta di Putin, legittimato in terra USA e senza aver fermato la guerra» – e con lo stesso Presidente americano comunque cauto nell’annunciare qualsivoglia stop al conflitto, resta però l’importanza del summit subito confermata dalla scelta del Presidente Volodymyr Zelensky di recarsi lunedì negli Stati Uniti accettando un prossimo imminente trilaterale con Putin e Trump.

Tre ore di incontro, la stratta di mano iniziale e la conferenza stampa congiunta finale (seppure senza domande dei giornalisti): il vertice Trump-Putin si chiude senza ottenere una tregua concreta al conflitto in Ucraina, con però le delegazioni di USA (Rubio e Witkoff) e Russia (Lavrov, con tanto di maglietta CCPP prima del vertice e Ushakov) che si accordano su alcuni punti enunciati e non spiegati tra terre rare, business e armi nucleari. Immortalati dal fondale scelto in Alaska con la scritta “Perseguire la pace” (Pursuing Peace), i due leader si sono dati appuntamento a breve con un’altra trattativa questa volta con la presenza anche del leader ucraino Zelensky (sebbene occorra capire se il Cremlino poi confermerà tale intento)
IL VERTICE “INFORMALE” IN AUTO: COS’È SUCCESSO SULLA “BESTIA” AD ANCHORAGE
«Incontro da 10, ora spetta a Zelensky proseguire i negoziati di pace: mi hanno chiesto di essere presente e ci sarò»: così il Presidente USA Donald Trump al termine del vertice in Alaska con l’omologo russo Putin, che pure non ha parlato del prossimo trilaterale con Kiev. A sorpresa però un effettivo e forse più “franco” dialogo v’è stato all’arrivo del leader di Mosca nella base militare di Anchorage. Invece che salire sul convoglio presidenziale preparato, Putin è salito sulla “Bestia” (la limousine di Trump) e insieme si sono recati in 10 minuti nella sede dei negoziati.

Un episodio fuori dal protocollo e senza interpreti, con i due leader che in segreto hanno di fatto potuto conversare probabilmente senza le rigidità dei “convenevoli” diplomatici: come annota il NYT è molto insolito vedere due leader mondiali che viaggiano sullo stesso convoglio, il che consiglia che probabilmente qualcosa di importante possa essere stato trattato nei pochi minuti di tragitto. Da potenziali accordi sui territori ucraini alla concreta discussione su un accordo più ampio sul nucleare tra USA e Russia i punti più “interessanti” che potrebbero essere stati toccati dopo le anticipazioni della vigilia
LA VIDEOCALL CON I VOLENTEROSI DELLA NATO: ZELENSKY VOLA NEGLI USA E ACCETTA TRILATERALE CON PUTIN E TRUMP
Quello che è certo è che il vertice è poi durato molto, oltre tre ore, e che il protocollo della conferenza stampa congiunta è stato rispettato senza alcuno stralcio o momento di tensione: resta il non accordo per ora siglato di cessate il fuoco, ma per quello – informa la Casa Bianca – deve essere presente la delegazione dell’Ucraina e così Zelensky accetta di fatto di buon grado l’iniziativa.
«Incontrerò lunedì Trump a Washington per i dettagli relativi alla fine delle uccisioni e della guerra»: Kiev ringrazia la delegazione USA per il vertice con Putin, sostiene la proposta americana «di un incontro trilaterale tra Ucraina, Stati Uniti e Russia» e punta ad un «massimo impegno da parte nostra per raggiungere la pace».
Dopo che Putin in conferenza stampa ha parlato del dolore per il popolo fraterno ucraino, rivangando nuovamente la necessità di rimuovere «le cause originarie del conflitto», ovvero il possibile ingresso di Kiev nella NATO, da Zelensky si glissa su tali dichiarazioni (forse per evitare incidenti diplomatici in questo momento ultra delicato) e si punta al dialogo diretto con Trump il prossimo 18 agosto 2025.
Come sempre interpretando il lato più “polemico” ed estremo delle forze russe, l’ex Presidente Medvedev commentando il vertice concluso stanotte in Alaska ha sottolineato come i negoziati di pace possono tranquillamente procedere «continuando l’operazione militare in Ucraina». Il punto infatti è che la tregua al momento ancora non viene raggiunta, sebbene si proceda certamente con uno spirito di maggior collaborazione anche solo rispetto a poche settimane fa.
Lato ONU si sottolinea l’importanza di un dialogo avviato sul conflitto, mentre appena poche ore dopo il vertice in Alaska dallo Studio Ovale è andata in scena la telefonata con i “volenterosi” UE-NATO, assieme allo stesso Zelensky: Trump ha informato di tutte le evoluzioni del summit con Putin, parlando direttamente con il Premier UK Starmer, la Presidente Meloni, il Presidente francese Macron, il cancelliere Merz, il Presidente polacco Tusk e quello finlandese Stubb, e infine i leader di UE e NATO, ovvero Von der Leyen e Rutte. Secondo la BBC, una seconda video conferenza si è poi tenuta tra gli stessi leader europei questa volta senza il Presidente USA, per impostare le prossime mosse diplomatiche.
LA NOTA DEI LEADER UE E LO SCAMBIO CON ZELENSKY
Al termine della lunga video conferenza con il leader europei e con Zelensky, dalla Casa Bianca filtra (secondo quanto riportato da Axios) che lo scambio non è stato affatto semplice me ha avuto comunque un ottimo risultato finale: «la telefonata notturna con Volodymyr Zelensky e vari leader europei è andata benissimo», ha commentato stamane Trump dopo aver ringraziato tutti per l’occasione importante di dialogo approntato per la pace in Ucraina.

Se poi lunedì il vertice a Washington con Zelensky dovesse andare «altrettanto bene», ecco che allora sarà organizzato un trilaterale con Putin, «Potenzialmente, milioni di vite saranno salvate». È in questa stessa video-telefonata che il leader della Casa Bianca ha fatto sapere che la proposta effettiva del Cremlino è per un accordo di pace globale e generale, non un un cessate il fuoco temporaneo: in questo senso da Kiev arriva una risposta positiva e un’apertura ad un accordo che sia duraturo, il punto è capire con quali condizioni visto che finora Mosca e l’Ucraina hanno viaggiato sempre su binari lontanissimi tra loro.
Dopo il giro di telefonate con i vari leader UE, con Trump e con lo stesso Zelensky, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni “anticipa” la nota comune uscita poco dopo dai volenterosi e sottolinea come finalmente con il vertice Trump-Putin in Alaska si è «aperto uno spiraglio di pace in Ucraina, l’Italia fa la sua parte assieme ai leader occidentali». Nella nota comune poi i vari leader di UE e NATO spiegano che gli sforzi di Trump per la pace sono nella giusta direzione, «il prossimo passo deve ora essere quello di proseguire i colloqui, anche con il presidente Zelensky, che incontrerà presto».
